Riceviamo e pubblichiamo
Lettera aperta del 17/05/2007.
Mi chiamo Roberto Della Gatta, ho 40 anni e sono residente a Vasto. Probabilmente quest'ultimo potrà sembrare un dettaglio insignificante ma, avendo lavorato a S. Salvo, forse non lo è .....
Nel 2003 fui assunto, in qualità di educatore, dall'attuale Amministrazione del Comune di S. Salvo presso la comunità Casa-Famiglia ''ALIDORO'' sita in v. Enrico Toti, proprio dietro la ormai celeberrima e costosissima Villa Comunale già oggetto di molte polemiche e critiche contro la stessa Amministrazione.
Prima di entrare nel merito delle mie rivendicazioni, permettetemi di fare un doveroso preambolo.
La suddetta comunità era precedentemente e dignitosamente gestita da una cooperativa di servizi: la ''SAMIDAD'' che, in modo serio e coerente con la propria ispirazione, aveva assunto la maggior parte dei suoi dipendenti (impiegati nella comunità ) con regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Nonostante le infinite difficoltà che la gestione di una simile struttura comporta, la ''SAMIDAD'' si era sempre dimostrata all'altezza del compito assegnatole fino a quando, nel 2003, l'attuale Amministrazione di S. Salvo decise improvvisamente e inaspettatamente di estromettere la ''SAMIDAD'' subentrando direttamente nella gestione della Casa-Famiglia, affidandola alla sig.ra Palmina Napolitano, responsabile amministrativa dell'Ufficio Politiche Sociali del Comune di S. Salvo, nota per la sua competenza.
Da quel momento si sono verificati all'interno della comunità Casa-Famiglia ''ALIDORO'' una serie di eventi discutibili, ignorati dalla cittadinanza ma che invece meritano di essere sottoposti alla pubblica attenzione, onde poter valutare il livello di efficienza e competenza di chi si è sempre vantato di operare nel sociale.
Devo premettere che tutti i dipendenti, che avevano con la ''SAMIDAD'' un contratto di lavoro a tempo indeterminato, si sono visti sottoporre dall'Amministrazione un nuovo contratto tipo ''CO.CO.CO.'' (oggi si stipula un più elegante ''Contratto a Progetto'') il quale presentava diverse deficienze: niente ferie, niente indennità per malattia, maternità o altro, niente tredicesima, niente TFR, niente indennità per lavoro straordinario, festivo o notturno; insomma un contratto privo delle più ordinarie garanzie a tutela del lavoratore che invece il precedente contratto assicurava.
Tale contratto, inoltre, si presentava in forma alquanto ambigua poiché, pur essendo un contratto di collaborazione, presentava molte caratteristiche tipiche dei contratti a tempo indeterminato quali: modalità di pagamento fissa mensile, assenza di autonomia operativa e soprattutto assenza di una scadenza precisa, il che lasciava intendere appunto che si trattava di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato!
Le modalità di licenziamento erano altrettanto simili a quelle dei contratti a tempo indeterminato, infatti erano sufficienti tre lettere di richiamo per essere automaticamente licenziati.
A nulla sono valse le proteste dei lavoratori della Casa-Famiglia ai quali l'Amministrazione diede il suo ultimatum: prendere o lasciare! (alla faccia dei diritti dei lavoratori e soprattutto della maggior sensibilità che una amministrazione di centro-sinistra dovrebbe naturalmente avere nei confronti di questi ultimi!!!)
La maggior parte dei problemi di noi educatori sono derivati, oltre che da una serie di incompetenze, proprio da quel contratto capestro che tutti noi dipendenti della Casa-Famiglia fummo costretti a firmare.
In molteplici occasioni, infatti, ci siamo trovati nella spiacevolissima condizione di essere proprio tra l'incudine e il martello, ovvero con i ragazzi ospiti della comunità che da una parte marcavano pressantemente le loro richieste (spesso legittime), e dall'altra una dirigenza assolutamente sorda a tutti quei suggerimenti che potevano migliorare il funzionamento della struttura poiché spesso implicanti una spesa ( anche se minima!).
In altre parole ci veniva sempre negato qualunque sostegno economico con la consueta scusante della mancanza di fondi, d'altro canto venivano regolarmente eseguite manutenzioni ''di facciata'' (quali tinteggiature interne ed esterne dell'immobile, applicazione di climatizzatori ed altro) ogni qualvolta la struttura veniva visitata da un'autorità o da un magistrato del Tribunale dei Minori; magari in occasione di qualche convegno, al termine del quale non mancava mai un lauto ed abbondante rinfresco ...
Devo purtroppo aggiungere che solo in rarissime occasioni abbiamo avuto il piacere di incontrare colui che, rappresentando la massima autorità cittadina e cioè il Sindaco, avrebbe potuto risolvere velocemente molti dei nostri problemi!
Per capire quanto questo atteggiamento fosse controproducente voglio ricordare che la comunità ''ALIDORO'' ospita ragazzi e ragazze minorenni, talvolta provenienti dalla cosiddetta ''area penale'', e con problematiche assai diverse che vanno dall'abuso minorile all'uso e spaccio di stupefacenti, dai casi di abbandono e disagio familiare a quelli di prostituzione.
A qualunque persona di buon senso appare ovvio che problematiche così diverse e delicate non possano convivere sotto lo stesso tetto ma, evidentemente, la sensibilità della sig.ra Napolitano non riusciva a cogliere tali difficoltà , avendo appena il tempo di risolvere i 'più gravi problemi di bilancio'.
Si sappia che i Comuni di provenienza di ogni singolo ''ospite'' della comunità ''ALIDORO'' pagavano oltre 75,00 Euro al giorno (oggi sono addirittura di più) che moltiplicati per il numero massimo di utenti-ospiti (circa 10/12 posti letto) generano un flusso di danaro certamente sufficiente a coprire qualunque esigenza di carattere economico, compresi stipendi per educatori e responsabile della struttura, bollette delle forniture, manutenzioni varie, spesa giornaliera per il cibo (normalmente fornito dalla Mensa Comunale, struttura anch'essa al centro di numerose polemiche che tutti ancora ricordano e pure facente capo alla sig.ra Napolitano!).
In conclusione i soldi non mancavano di certo, ma non ce n'erano mai quando venivano richiesti per migliorare la qualità del servizio che la struttura poteva offrire a dei ragazzi che, già sfortunati, si vedevano spesso negare la possibilità di poter vivere al meglio la vita di comunità .
Per lungo tempo è mancato il riscaldamento in un'ala della struttura (poiché ancora inadatta alle funzioni richieste) dove dormivano bambini di pochi anni per giunta affetti da malattie respiratorie.
Per lungo tempo la cucina non è stata ( e forse non lo è ancora ) in regola con le normative igienico-sanitarie.
Infine, non è mai stato possibile dividere efficacemente le ''utenze'' (cioè i minori ospiti della comunità ) in base alle rispettive problematiche, con ovvi e gravi problemi di convivenza tra maschi e femmine, tra adulti e bambini.
A fronte di tutto questo la sig.ra Napolitano non faceva altro che richiamare l'attenzione di noi educatori sulle pulizie generali della struttura che andavano eseguite necessariamente durante il turno di notte, insieme a tutte le altre faccende domestiche, dall'unico educatore presente (dunque non durante il giorno insieme agli stessi ospiti adulti come sarebbe lecito attendersi ai fini educativi) non solo per superare eventuali controlli sanitari, ma soprattutto per contenere i costi di esercizio della struttura da lei gestita.
Era evidentemente questo l'interesse prioritario della sig.ra Napolitano e dell'Amministrazione da lei rappresentata, e non quello di fornire la comunità di tutte le risorse necessarie al miglior funzionamento della struttura e dei servizi da essa offerti.
Com'è possibile lavorare con profitto sull'educazione e sul recupero sociale di bambini e ragazzi minorenni se il rapporto educatori in servizio e ''utenti'' era spesso di 2 contro 10? Sarebbe stato sufficiente arrivare a 3 contro 10 nei turni di mattina e pomeriggio ed almeno 2 educatori nel turno di notte ma questo, come si può immaginare, non fu quasi mai possibile per i soliti ''motivi di bilancio''!
Le conseguenze di tutto ciò furono che gli educatori, in quegli anni, poterono fare ben poco il loro delicatissimo lavoro poichè spesso impegnati in faccende domestiche, pulizie, attività esterne e tutto ciò che si doveva fare per non essere oggetto di richiamo disciplinare da parte della sig.ra Napolitano, la quale spesso ventilava la possibilità del licenziamento (il termine utilizzato era: ... ''turnover degli educatori'' ...), trasformando di fatto la struttura in una comunità -dormitorio per gli ''utenti'', e sottoponendo il personale ad un'intollerabile tensione intimidatoria, con la paura di essere ''cacciati'' per ogni più piccolo errore o anche solo per antipatia personale (come accadde a me e ad altre mie colleghe), a dispetto di ogni ordinaria norma contrattuale!
Era chiaramente impossibile lavorare serenamente in queste condizioni, anche per effetto di turnazioni di servizio che possono essere considerate al limite della sopportazione umana. Sovente, per mancanza di personale, si era costretti a fare molte ore di straordinario (fino a 16 ore di lavoro consecutive) o a sacrificare i turni di riposo settimanale.
Sempre per la mancanza di personale sostitutivo, eravamo costretti a programmare solo settimanalmente i turni con la concreta possibilità di essere richiamati all'improvviso in servizio per coprire un collega malato o infortunato. Questo significava lavorare sempre con la reperibilità su tutte le 24 ore e soprattutto non potersi mai programmare ferie, vacanze e neppure un fine settimana.
Se il lettore pensa che la retribuzione fosse almeno adeguata, lo informo che le suddette ore di straordinario (anche più di 40 in un solo mese) venivano pagate alla tariffa ordinaria, comprese quelle fatte di notte o nei giorni festivi, e quasi mai convertite in giorni di licenza.
Molto di più e molto meglio si sarebbe potuto fare con un diverso tipo di contratto, con maggiori garanzie riguardo la conservazione del proprio posto di lavoro e, magari, con una maggiore autonomia operativa da parte degli educatori come sottointeso dalle caratteristche tipiche del contratto di collaborazione.
Tale autonomia, come già detto, era di fatto negata dalle severissime direttive della sig.ra Napolitano la quale, in forza di non so quale delirante convinzione, decise anche di eliminare l'indispensabile funzione di controllo da parte di un assistente sociale e di una psicologa esterna, ottenendo così il duplice vantaggio di ridurre i costi e di agire praticamente indisturbata nella struttura che sarebbe dovuta diventare il fiore all'occhiello dell'Amministrazione sansalvese.
Cosa dire poi del fatto che la comunità abbia accolto anche ''minori'' residenti a S. Salvo? (Ciò è infatti vietato sia per Statuto interno che per ovvie ragioni di opportunità ). Come si può recuperare un ragazzo con problemi di droga o altro, se lo si lascia nello stesso ambiente in cui tali problemi sono maturati?
A questo parziale elenco di inefficienze, incompetenze e disservizi si deve aggiungere che, nel periodo 2003/2004, tutti gli educatori furono praticamente costretti a mettere a disposizione le loro auto private per sopperire alla mancanza di un mezzo comunale per tutti quei trasporti e servizi che si svolgono all'esterno della comunità , come per esempio: l'accompagnamento dei ragazzi a scuola, all'asilo, dal dottore o sul posto di lavoro. Nessuno poteva esimersi, pena la probabilità di essere ''malvisti'', emarginati e, dunque, licenziati.
Tale problema, sollevato fin dall'inizio da tutto il personale educatori, fu totalmente ignorato dai dirigenti comunali per circa due anni, nonostante le nostre reiterate lamentele (anche in forma scritta) sull'usura dei nostri mezzi e sull'assenza di una specifica copertura assicurativa per il trasporto dei ''minori'' all'esterno della comunità .
Inutile fu anche la generosa offerta da parte di un noto imprenditore locale: il Sig. M.A., infatti, intendeva donare una vettura alla comunità , ma il gesto non potè compiersi (forse perché sgradito politicamente?).
Sempre a causa dell'assenza di garanzie contrattuali diversi educatori furono indotti a rassegnare le dimissioni (o addirittura cacciati!) sulla base di motivazioni false, pretestuose, o addirittura inesistenti!
Io stesso fui vittima di questo subdolo meccanismo per cui chi, come me, non era perfettamente ''allineato'' e prono alle direttive spesso discutibili della responsabile, veniva immediatamente licenziato oppure vessato con turni gravosi, sospensioni dal servizio o altre punizioni, senza neppure una riga di motivazione scritta e quindi, senza la possibilità di difendersi da tali provvedimenti disciplinari.
Dimostrazione, questa, della totale mancanza di autonomia del Personale Educatori e dell'infinita arroganza e disinvoltura con cui taluni interpretano liberamente il significato di parole come: ''servizio pubblico'' o ''funzione pubblica'', e tutela dei diritti dei lavoratori.
Tale inaccettabile violazione di diritti elementari merita una reazione nelle sedi giudiziarie che sto valutando di attuare.
In occasione di festività o compleanni, regali ai datori di lavoro e agli ''utenti'' della comunità erano praticamente obbligatori, e tuttavia, mentre quelli fatti a questi ultimi avevano un significato affettivo, quelli fatti invece ai primi erano veramente insopportabili ed avevano il sapore di una coattiva ''captatio benevolentiae''.
Sarebbe lecito a questo punto domandarsi se sia mai possibile che cose del genere accadano ancora oggi in una società civile e, in partcolare, in un settore del mondo del lavoro così delicato come quello del recupero sociale, sottolineando ancora una volta la stridente contraddizione di questa ''sinistra'' con i principi fondamentali del Diritto del Lavoro.
Eppure tutto ciò è accaduto, con l'avallo di una Amministrazione Comunale cieca e indifferente, tutta concentrata sui vantaggi economici rappresentati dalla possibilità di attrarre ed utilizzare sempre nuovi finanziamenti e risorse.
Dalle ''Determine'' della Giunta Comunale risulta che, per le ''politiche sociali'', il Comune di S. Salvo abbia speso nell'anno 2006 oltre 900.000,00 Euro e che, solo per la Casa-Famiglia ''ALIDORO'', ne siano stati stanziati 223.000,00. Una cifra sensibilmente inferiore a quella probabile derivante dalla somma delle rette annuali pagate dai Comuni di provenienza per ogni singolo ''utente'' della comunità : circa 300.000,00 Euro, senza contare i soldi ottenuti attraverso i vari canali di finanziamento europei, statali e regionali.
Se poi diamo uno sguardo alle cifre destinate alle cooperative ed alle società a cui sono stati appaltati gli altri servizi sociali (per un totale appunto di 900.000,00 Euro) i dubbi aumentano, dato che non si riesce a capire come delle cifre così importanti si trasformino poi in servizi effettivamente offerti al cittadino.
Ora, sarà anche vero ciò che affermano il Sindaco e la sua Giunta quando dicono di destinare al ''sociale'' una cospicua fetta del bilancio comunale ma, avendo vissuto dall'interno il funzionamento di uno di questi tanto sbandierati servizi sociali, sento di poter ragionevolmente dubitarne ...
Correlando i fatti esposti con la presa di potere sulla Casa-Famiglia da parte dell'Amministrazione Comunale, viene da pensare che le motivazioni di questo subentro forzato siano state di carattere più economico che umanitario, in ciò contraddicendo lo spirito ''sociale'' vantato dagli attuali amministratori.
Trascuro volutamente di entrare nei dettagli di quanto accadde in comunità per effetto della endemica mancanza di personale e della inadeguatezza della struttura, non per timore di smentite ma unicamente per salvaguardare l'incolumità e i diritti di riservatezza dei minori ospiti che, pur essendo artefici e vittime di fatti anche gravissimi, erano pur sempre affidati ad una comunità di recupero e, come tali, posti sotto tutela.
Rimango tuttavia a completa disposizione, tramite la redazione, per chiunque voglia ulteriori spiegazioni o chiarimenti in merito a quanto affermo sotto la mia piena responsabilità .
Concludo dicendo che, essendo un cittadino vastese, non ho nulla da temere e, ormai, più nulla da perdere...
Cito infine una battuta del famoso attore americano Robin Williams nel suo recentissimo film: ''... I politici sono come i pannolini ... vanno cambiati spesso e sempre per lo stesso motivo ...''.
Buon voto a tutti!