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Piano di Emergenza Comunale, cosa accadrebbe in caso di emergenza a San Salvo

Il primo piano stilato nel 2008 e aggiornato nel 2014, disciplina i comportamenti in caso di emergenza

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Le immagini viste ad Amatrice e ad Accumoli, le conosciamo tutti, ci sono entrate nel cuore e si sono bloccate nei ricordi andando a toccare le nostre paure più inconscie, tutti ci siamo chiesti "Se accedesse a noi?". Le immagini di persone che vagavano nelle strade, nelle prime ore dopo il sisma che tutto aveva travolto, la mancanza di coordinamento, una macchina lenta, pienamente attiva solo nella tarda mattinata di quella sciagurata giornata.

Tutti i comuni in Italia dal 2012 hanno l'obbligo secondo la legge n. 100 del 12 luglio di approvare un Piano di Emergenza Comunale.

San Salvo se ne è dotata dall'agosto del 2008 e lo ha aggiornato nel giugno del 2014.

Il Piano di Emergenza comunale, prevede una serie di procedure da mettere in pratica in caso di emergenze alluvionali, industriali e sismiche. Queste emergenze sono dettate dalla predisposizione fisica del nostro territorio e dalla suoi insediamenti produttivi.

Il Piano dunque è soprattutto uno strumento di conoscenza del nostro territorio e dei rischi ai quali è sottoposto che siano essi naturali o creati dall'uomo. In esso si definiscono gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilità della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.).

Una delle prime risposte come abbiamo già avuto modo di constatare negli ultimi due anni è la predisposizione del COC (Centro Operatico Comunale), predisposto dal Sindaco in collaborazione e in coordinamento con le varie autorità. In esso sono stabiliti i luoghi in cui la popolazione viene adunata e dove poter eventualmente predisporre delle aree in stabilire tendopoli e le aree a rischio potenziale.

Nel piano sono coinvolti tutti i soggetti decisionali, in primis il sindaco e i dirigenti dei servizi comunali, le autorità di pubblica sicurezza e le Protezioni Civili presenti sul territorio. "E' un documento che assegna la responsabilità alle organizzazioni e agli individui per fare azioni specifiche, progettate nei tempi e nei luoghi, in un’emergenza che supera la capacità di risposta o la competenza di una singola organizzazione; descrive come vengono coordinate le azioni e le relazioni fra organizzazioni; descrive in che modo proteggere le persone e la proprietà in situazioni di emergenza e di disastri; identifica il personale, l'equipaggiamento, le competenze, i fondi e altre risorse disponibili da utilizzare durante le operazioni di risposta; identifica le iniziative da mettere in atto per migliorare le condizioni di vita degli eventuali evacuati dalle loro abitazioni". (fonte Protezione Civile).

In Italia il 77% dei comuni ha presentato il proprio piano di emergenza comunale, in Abruzzo il 98% dei comuni. La regione Lazio dove il 24 agosto si è verificato l'ultimo evento sismico, ha una copertura del 40%, solo 153 comuni su 378 hanno un Piano di Emergenza, nell'aggiornameto fatto sul sito della Protezione civile nazionale a settembre 2015 non risultano i comuni di Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto. (leggi)

A San Salvo, i rischi sono dunque anche alluvionali, come abbiamo già potuto constatare, sismici, la nostra area è in zona 3, quindi a basso rischio sismico, come ha confermato a Sansalvo.net l'ingegner Andra Di Iorio (leggi) e industriali dovuti alla presenza sul nostro territorio di un'estesa area industriale e ai giacimenti metaniferi, con i rischi che essi comportano. La nube tossica verificatesi a fine anni '90 ne fu un esempio.

Quindi in caso di rischio la nostra città saprebbe come rispondere.

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