Ho letto con attenzione il comunicato congiunto delle RSU Pilkington e Denso pubblicato oggi su questi stessi spazi. Devo, con disappunto, segnalare che mi sarei aspettato ben altro.
Infatti, abituate (come da copione) ad elevare proteste 'a prescindere', le rappresentanze sindacali in questa occasione hanno dimenticato (per quello che leggo nel loro comunicato) di mettere nella giusta evidenza una circostanza oggettiva: gli aumenti delle tariffe non hanno alcuna giustificazione economica, se è vero (com'è vero) che nell'ultimo anno non s'è registrato alcun aumento dei carburanti (il cui prezzo, anzi, è mediamente calato).
Sarebbe stato questo, infatti, l’unico valido motivo per rendere plausibile un aumento (e ancor meno del 15%) delle tariffe a carico dei passeggeri. A mio giudizio, sarebbe questo l’unico motivo da sbandierare (magari anche gridando) per opporsi a quello che appare un vero e proprio provvedimento contro corrente e contro la logica. Di più, per quanto mi risulta (ma non vorrei sbagliarmi), non mi pare che ci siano stati aumenti dei costi d’esercizio per le autolinee collegati a miglioramenti contrattuali per il personale dipendente.
E allora lascerei perdere le geremiadi sul ‘momento drammatico’ e sugli ‘ammortizzatori sociali’ (che, meno male, ancora ci sono) e mi dimenticherei anche dei ‘tavoli di lavoro e di confronto’ per concentrare ogni rivendicazione su un concetto molto più oggettivo e con concreta valenza economica, tanto più lampante in un contesto di conclamata deflazione.