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Multopoli sansalvese, pubblicata la sentenza di condanna della Corte dei Conti

61.556 euro di risarcimento al Comune di San Salvo

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E' del 19 settembre 2016 la sentenza n.60/2016 della Corte dei Conti Sezione giurisdizionale per la Regione Abruzzo, con cui, i tre membri della Polizia Locale di San Salvo, sono stati condannati a pagare in solido, la somma di 61.556 euro al Comune di San Salvo per il risarcimento del danno subito. La sentenza pubblicata da alcuni giorni, spiega nei dettagli la Multopoli sansalvese, che ha portato alla condanna di: Benedetto Del Sindaco Comandante della Polizia Municipale dal 1.01.1993 fino al 30.06.2010, gli agenti Carmela Alba Felice, Angela Monaco.

Le indagini interne sono state avviate inizialmente dall'Amministrazione comunale e successivamente dall’A.G.O.. Dall’attività di verifica interna, effettuata dal 15 marzo 2011 al 13 ottobre 2011, sono state rilevate una serie di irregolarità, errori e mancanze, talune aventi anche rilevanza erariale, grazie all’apprendimento dell’uso del programma informatico di gestione dei verbali, a cui fino ad allora avevano accesso solo gli agenti Carmela Alba Felice, Angela Monaco.

Il 1° novembre 2011 il Comandante del Corpo di Polizia Locale del Comune di San Salvo subentrato a Del Sindaco, segnalò alla Procura regionale gravi irregolarità riscontrate nella gestione dell’Ufficio con l’emersione di danni patrimoniali. Nella relazione il Comandante, premesso di aver assunto l’incarico da alcuni mesi, rappresentava di aver riscontrato una serie di gravi anomalie. 

La Polizia Giudiziaria, dalle indagini potè rilevare, "Una gestione “personalizzata” del Comando della Polizia Municipale di San Salvo, rivolta a elargire favoritismi e conseguire vantaggi personali da parte degli agenti infedeli, anche con episodi di appropriazione di somme incassate per il pagamento di contravvenzioni.

L’irregolare conduzione dell’ufficio, protrattasi nel tempo, ha registrato anche lo svolgimento di attività di falsificazione di atti per occultare gli illeciti, con tentativi di ostacolare e sviare le indagini sia interne e sia esterne, come diffusamente descrive l’atto penale. Il profilo di danno di maggior importo è quello di euro 34.363,00, relativo alla mancata riscossione dei ruoli dei verbali anno 2005 (lett. c) dell’imputazione penale, danno certo e attuale poiché trattasi di somme ormai non più riscuotibili per l’inutile decorso dei termini.

Il mancato introito deriva anche dai verbali mai inviati in notifica quantificati nella relazione comunale in euro 1.910,00. Per i n. 122 verbali di contestazione alla sosta in uso agli ausiliari della sosta e irreperibili, la mancata entrata per l’ente è da determinare in almeno euro 4.636,00, come da quantificazione del Comando Polizia Locale. I predetti importi dannosi, per complessivi euro 40.909,00 (34.363,00 + 1.910,00 + 4.636,00), sono da addebitare alla responsabilità solidale dei soggetti che risultano, con condotta dolosa, aver diretto e gestito la trattazione dei verbali in questione.

L’illecita esaminata gestione, con sfruttamento dell’ufficio a fini personali, ha comportato, in particolare, un protratto impegno lavorativo di dipendenti comunali per l’effettuazione delle laboriose verifiche interne resesi necessarie per l’emergere delle rilevanti irregolarità procedimentali e documentali, con sostenimento di costi rappresentati ugualmente un pregiudizio alle pubbliche finanze. L’importo del danno in questione è da quantificare in euro 20.647,36, come da comunicazione segretariale n. 10082 del 21/4/2015".

La Procura Regionale chiese nel 2015, il sequestro conservativo per i beni dei tre condannati, confermato nel 2015 dal giudice designato.

In allegato  la sentenza.

 

 

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