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“Ho combattuto la buona battaglia….ho conservato la fede”

Oggi bambini, giovani e anziani hanno salutato Eugenio Di Petta che è tornato alla casa del Padre

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Per i cristiani la parola del giorno è parola profetica. Le letture annunciate oggi sembravano le parole rivolte da Eugenio Di Petta (venuto a mancare venerdì scorso in seguito ad un aneurisma cerebrale) e dal Padre Celeste alla nostra comunità sansalvese. “…Non trascura la vedova quando si sfoga nel lamento. “ “Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore…”. “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti.” “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà ….”.

Oggi San Salvo ha pianto un figlio amato da tutti per la sua disponibilità e per la sua testimonianza di vita e di fede, in famiglia, a lavoro, in parrocchia e nella sua città.

I capi e l’intera comunità scout hanno prima servito come loro solito animando la messa delle 11.30 e alle 12.30 in cerchio hanno accolto, in cerchio l’arrivo del corpo di Eugenio e dei suoi familiari, con il saluto scout. A turno tutte “le camicie blu”, dal più piccolo al più grande,  con il nodo in gola e gli occhi gonfi per le lacrime, hanno fatto da sentinella al feretro e hanno animato con letture bibliche e preghiere la veglia in attesa della celebrazione eucaristica. Nessuno riusciva a contenere le lacrime di dolore e di commozione per Eugenio.

Giunta l’ora della celebrazione eucaristica il feretro è stato trasferito in piazza san Vitale, che più dei giorni di festa, non bastava a contenere quanti hanno voluto dare l’ultimo saluto al fratello e amico di tutti.

Don Raimondo ha celebrato con grande dolore questa messa “Non avrei mai immaginato di dover celebrare questa messa….Tanto abbiamo pregato ma il Signore ha i suoi progetti non erano i nostri. Ho conosciuto Eugenio che era un ragazzo e per trenta anni, insieme a tanti altri qui presenti, abbiamo condiviso un cammino. A volte abbiamo anche litigato ma comunque nell’amore. Ha vissuto il suo essere marito padre e educatore di parrocchia nella pienezza e nella consapevolezza che la vita è un dono  ”.   

Dopo la celebrazione eucaristica hanno preso la parola Matteo Fabrizio, l’attuale Akela dei lupetti (fino all’anno scorso lo era Eugenio, Isabella Altieri e Graziano Artese che ha voluto riportarci le parole di Rosita quando è andato a trovare Eugenio a Teramo dove era stato ricoverato. “In un attimo la mia vita è cambiata. Sono dentro un film e non so come va a finire. Tutti i dottori mi hanno detto che non c'è nulla da fare, è solo question di tempo. Continuo a pregare finchè qualche cosa possa succedere ma so che la mia volontà non è la volontà del Signore. Non ho mai perso per un attimo la fede. Ma voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Mi ha scelta, mi ha amata, sono stata con lui ventotto anni senza staccarmene mai e quella che sono lo devo a lui, un testimone del nostro tempo. Mi ha donato tre meravigliosi figli. Se ne è andato in un momento davvero bello della sua vita, dove aveva tutti gli ambiti della sua vita piena. Sono cresciuta con lui.   Mai come in questo momento curava il suo fisico, i suoi amici, mai come in questo momento curava il rapporto con me e i con i suoi figli. 45 anni ancora con i pantaloncini e la divisa per prendersi cura dei figli degli altri lasciando un impronta della sua vita e per lasciare un mondo migliore di come come l'aveva trovato. Mai come in questo momento amava il suo lavoro e voleva migliorarsi in ogni momento e allora voglio ricordarlo così. E magari saremo potuti stare insieme altri 28 anni ma il Signore ha voluto così”. 

La celebrazione si è conclusa con il testamento di Eugenio, il cantico di san Francesco a cui era particolarmente legato "O Signore fa di me uno strumento della tua pace...". Tutti gli scout hanno intonato uno dei loro canti "Davanti a voi mi impegno...La giusta retta via mostrami tu...".

L'orchestra Monteverdi di Ripa Teatina ha intonato alla fine della celebrazione eucarisitca l'"Inno alla gioia".  

 

 

Foto in copertina di Simone Colameo

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