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I racconti di Angiolina: "Ad Eugenio e alla sua certezza"

Il ricordo di Eugenio Di Petta ad una settimana dalla sua morte di Angiolina Balduzzi

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É  indescrivibile lo strazio del dolore dei genitori, che hanno visto sparire all’improvviso il loro unico figliolo, tesoro insostituibile e ragione primaria della loro vita.

A lui hanno dato tutto il loro amore, la loroa ttenzione, la loro anima. Amore che si è allargato verso quello che Eugeniio dava alla sua Rosita ed ai suoi figli Emanuele, Andrea e Alessio.

Io conoscevo poco Eugenio ma ho capito da sempre il suo valore quando e mentre, continuamente, Vito me ne parlava col sorriso del suo orgoglio e con la sua felicità che scaturiva in ogni momento, in cui poteva essere per lui utile e disponibile.

I suoi occhi si illuminavano quando ne tesseva le lodi e quando ripeteva di essere il fortunato papà di Eugenio, fonte inesauribile di gratificazioni, soddisfazioni, da quando lo accompagnava all’asilo, stringendogli la manina con la forza di tutta la sua energia di padre, visibile nel suo incessante, affettuoso e sempre presente sorriso ed un silenzioso ma visibile vanto.

Complice di ogni azione finalizzata per Eugenio e per la sua famiglia, è stata, in ogni momento della sua vita, la mamma i cui occhi celesti come il cielo risplendevano di sentimenti indescrivibili ed altisonanti, consequenziali a tutte le vincenti tappe scolastiche, sociali e professionali, a cui approdava giorno per giorno il suo bravo figlio Eugenio.

Terribile, feroce ed improvviso è stato questo terremoto esistenziale, ma assodata e ferma, come Eugenio sempre ripeteva, la convinzione che la vita con la morte non finisce, ma continua con un percorso celestiale e felice grazie alla Fede.

Si, la Fede, che addirittura, trasformando la tragedia umana in una festa eterna convince “il credente” (come era lui) che la morte è l’inizio di un nuovo itinerario meraviglioso, nei cieli non aerei, ma reali, dove ognuno di noi, con la divina potenza, può continuare ad amare, a creare e a realizzare magicamente, i sogni di chi in questa terra, da solo, non potrebbe esaudire.

E perciò, per la sua gioia, cerchiamo di asciugare dagli occhi e le lacrime di dolore e scriviamo, con la sua risaputa certezza che, in Paradiso, Eugenio, come nelle fiabe, vive felice e contento.

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