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Barriere architettoniche e servizi negati, la lunga strada di Giampiero

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Ho conosciuto Giampiero, come uno dei tanti cittadini di via Grasceta che stanno chiedono maggiori collegamenti, un'area giochi per i propri figli, dei rallentatori affinché si eviti l'ennesima tragedia. I cittadini di via Grasceta hanno raccolto e protocollato 130 firme, dopo il nostro articolo (leggi), e nonostante la promessa di rallentatori e fermate da parte dell'assessore Giancarlo Lippis ai nostri microfoni (leggi), nulla ad oggi è cambiato .

Nella storia di un quartiere, c'è la storia di una famiglia, di un ragazzo, la storia di Giampiero.

Giampiero è malato di distrofia muscolare. I genitori Pietro ed Enza di Fraine, per migliorare la qualità della vita di Giampiero, 12 anni fa si trasferìrono a San Salvo, acquistando un appartamento a piano terra su via Grasceta. Non avevano messo in conto i disservizi che già da allora erano evidenti.

I marciapiedi dissestati, la mancanza di illuminazione su una delle strade di San Salvo che nei fatti ne è la sua porta di ingresso, la mancanza di mezzi di trasporto urbani. Tutti problemi bypassati da una famiglia forte, da una madre che con la sua presenza ha di fatto colmato le lacune di servizi che dovrebbero essere scontati per un cittadino, la mobilità e la sicurezza.

E' grazie a mamma Enza che Giampiero ha potuto fare le scuole superiori e prendere un diploma di perito informatico, uscire e frequentare gli amici, accompagnandolo ovunque.

Ma Giampiero oggi ha 22 anni e come un qualunque giovane uomo, vuole indipendenza. E' così che da un paio di mesi, Giampiero esce da solo percorrendo con la sua carrozzella strade con marciapiedi indecenti, decine di metri di zone completamente al buio, con mezzi di trasporto pubblici a centinaia di metri di distanza, se si ha la fortuna di trovarne con la pedana per i disabili. E' così che anche andare in piazza con gli amici diventa un'impresa.

I problemi per chi è costretto su una sedia a rotelle sono tanti e davvero assurdi. Basti pensare che a Giampiero due mesi fa si è rotta la sedia a rotelle e come avvenuto per Nicola Fiore (leggi), lo scenario che gli si è presentato è davvero sconfortante.

La sedia a rotelle sono le gambe di un disabile, Ã¨ il motivo per cui puoi alzarsi dal letto ed avere una vita "normale", eppure capita di trovarsi davanti un "tecnico" che ti dice, "Se ti si rompe la macchina non devi aspettare?". L'attesa per un pezzo di ricambio è di almeno tre mesi, con un rimbalzare tra medici, Asl e farmacie, che puoi fare solo se hai persone che si prendono cura di te, un amico disposto a prestarti una carrozzella sostitutiva, altrimenti? Ma questa è un'altra storia ...

Nel video che abbiamo girato per far comprendere a quali rischi si è sottoposti nel percorrere poche centinaia di metri, sono evidenti i rischi ai quali si sottopone Giampiero ogni volta che decide di uscire autonomamente. Li abbiamo percorsi con lui, vedendolo sfiorare auto, costretto ad attraversare in piena curva, con la carrozzella, in alcuni punti pericolosamente sbilanciata per gli scivoli di uscita delle auto. Li abbiamo percorsi accanto ad una madre, Enza, che smetteva di respirare ad ogni gradino, ad ogni attraversamento, "Di sera la situazione è anche peggio, non si vede nulla, come fanno le auto a vedere lui?".

Una marciapiedi, una strada ben illuminata, fermate dei mezzi pubblici, aree giochi per i bambini, non sono richieste utopiche, ma servizi dovuti, almeno sulla carta...

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