Nel 2016 ben 10 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi per le lunghe liste di attesa o perché non si fidano del sistema sanitario della loro regione di residenza. Cresce l’area dell’inefficienza rispetto al 2015. É quanto emerge dall’IPS, l’Indice di Performance Sanitaria realizzato dall’Istituto Demoskopika (leggi).
Dal rapporto si evincono dati molti interessanti, che raccontano una realtà molto diversa rispetto a quella narrata dalla classe politica.
Se il Molise conquista ben sei posizioni salendo nella classifica delle Regioni che stanno recuperando lasciando l’area dei sistemi sanitari locali più sofferenti., l'Abruzzo ne perde ben tre e si assesta con le regioni del Sud tra le Regioni cosiddette malate.
Alto rimane il tasso di migrazione passiva, ossia i ricoveri extra regionali, ma sono ben 10 milioni gli italiani che hanno rinunciato a curarsi a causa delle lunghe file di attesa o perché, non fidandosi del sistema sanitario della regione di residenza, non hanno potuto affrontare i costi della migrazione sanitaria ritenuti troppo esosi.
E' sempre il Molise ad avere il primato della mobilità attiva, ossia dei pazienti che provengono da altre regioni per curarsi nelle strutture della piccola regione del sud.
L'Abruzzo si pone ai primi posti ma per primati negativi, le spese legali per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, sostenute dal comparto sanitario italiano ammontano a poco più di 191 milioni di euro in Italia, circa 523 mila euro al giorno. L'Abruzzo una delle regioni in cui si spende di più collocandosi solo dietro alla Calabria e alla Basilicata, l’Abruzzo spende 7,6 milioni di euro con 5,7 euro pro-capite.
Al contempo l'Abruzzo è la regione che spende di più per il suo management, per indennità, rimborsi, ritenute erariali e contributi previdenziali per gli organi istituzionali ha speso 13 milioni di euro con una spesa pro-capite di 9,8 euro.
Il dato più grave è quello inerente l’indicatore delle “famiglie impoverite” che esprime, in termini percentuali, le famiglie residenti che a causa delle spese sanitarie out of pocket (farmaci, case di cura, visite specialistiche, cure odontoiatriche, etc.) sono scese al di sotto della soglia di povertà. Le famiglie abruzzesi che sono in quest'area di impoverimento sono circa 10 mila.
La soluzione individuata sembra sia quella di un razionalizzazione dei posti letto, il taglio delle guardie mediche e tutte le inefficienze che i cittadini del Vastese sono oramai abituati a subire, l'ultimo caso, quello di un anziano ottantenne, che giunto in ospedale per uno scompenso cardiaco, senza trovare nemmeno una barella, è rimasto seduto su una sedia del Pronto Soccorso per quasi tre ore mentre gli veniva somministrato l'ossigeno. (leggi)