Dice: “Ma lo fai apposta?” Rispondo: “Certo che no! S’è trattato di una pura e semplice, fortuita casualità.”
Fatto sta che, proprio in coincidenza con il mio rientro a San Salvo (l’altro ieri), il locale PD aveva organizzato un incontro pubblico con la cittadinanza.
Non ho voluto mancare, soprattutto perché mi sembrava che potesse trattarsi della nuova (pur se verosimilmente non ultima) puntata di una telenovela work in progress che sto seguendo sin dall’inizio. Una telenovela il cui finale, però, mi pare sia ignoto ai suoi stessi autori; anzi una telenovela il cui svolgimento non evolve significativamente, ma tende a involversi, dimenticandosi delle sue stesse premesse. E mi spiego.
Ho già avuto modo di scriverne per questa rubrica: la vicenda inizia il 17 settembre scorso, con l’iniziativa del Laboratorio politico-culturale San Salvo Democratica per rendere pubblici Idee e progetti Amministrative San Salvo 2017. Per brevità rimando al mio “Un’aspettativa delusa” del 18 settembre (leggi).
Più che di idee e programmi, in quell’occasione ci si limitò ad annunciare che il centro-sinistra era rinato a San Salvo, pronto ad affrontare la prossima tornata elettorale con spirito unitario e forze adeguate a interrompere la “disastrosa” (sic!) esperienza amministrativa di centro-destra.
Passa un po’ di tempo e sembra che qualcosa debba succedere: il 5 ottobre il locale PD annuncia che il 16 ottobre ci sarebbe stato un incontro pubblico per “iniziare a costruire una strategia comune...”. Iniziare? Ma non era già cosa fatta? Con buona pace (evidentemente) di quanto era già stato annunciato il 17 settembre.
L’incontro previsto per il 16 ottobre (denominato “La centralità di San Salvo per il vastese, amministrative 2017”) non ha più avuto luogo, annullato da un comunicato con il quale il PD precisava che si sarebbe invece svolto “nei prossimi giorni”; ne ho scritto il 7 dicembre sotto il titolo “C’entra il concetto di relatività?” (leggi).
Passa intanto altro tempo e arriva l’incontro dell’altro ieri, del quale proverò ora a fornire la mia personale lettura.
A me è sembrato di capire che dai toni trionfalistici ed ecumenici dell’uscita pubblica di settembre si sia gradualmente passati a un (necessitato? e da chi, da quali circostanze? personalmente lo ignoro) ridimensionamento di toni e prospettive derivante da una sorta di isolamento identitario del PD (isolamento peraltro più volte reclamato con orgoglio nella sala semicircolare del Centro Culturale Aldo Moro).
Insomma, una sorta di cammino del gambero, all’indietro. Intanto (dal 16 settembre sono passati ben 134 giorni, più di quattro mesi!). Tempus fugit, dicevano gli antichi romani, condensando in sole due parole l’ammonimento che il tempo perso non è più recuperabile.
Anche stavolta, però, non ho sentito niente che riguardasse “Idee e progetti” che aspetto di conoscere già dal 16 settembre! E invece, nemmeno l’ombra, anche stavolta.
Sappiamo, però, che il PD ha un suo candidato sindaco “a disposizione, anche, di un’eventuale coalizione di centro-sinistra” (sic!) della quale - mi pare - si sono perse le tracce.
Un candidato giovane, a segnare il cambio generazionale perseguito con determinazione dal locale PD e sottolineato dal passo indietro di quella che ha voluto definirsi “riserva storica”.
Un proposito saggio e giustamente ambizioso, il rinnovamento. Ho però dovuto registrare, nel pur numeroso pubblico, la desolante, insignificante, quasi simbolica presenza dei veramente giovani.
Qualcuno si è chiesto: “Perché”?