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Può un padre di famiglia pensare prima ai figli degli altri e poi ai suoi?

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Migranti sì e migranti no” è la polemica che sta vivendo in questi giorni San Salvo da quando il neo sindaco avv. Tiziana Magnacca ha inviato un comunicato stampa sull’arrivo di 70 migranti nel nostro territorio.

Oggi se ne parlerà anche con il Prefetto di Chieti Antonio Corona in sede del primo Consiglio Comunale convocato per le ore 9.30 in seduta ordinaria e in prima convocazione.

Molto probabilmente la questione del sì e del no non risiede nel migrante in sé che non fa altro che usufruire di agevolazioni cui ha diritto in base a delle normative italiane.

Dalla home page del sito della Prefettura c’è la “Gara affidamento serviz. accoglienza per i cittadini stranieri 2017/2018” (leggi) e tra i vari documenti che compongono il bando, c'è la determina a contrarre che come condizione richiesta in base “a circolare numero 4555 del 19/4/2017 del Ministero, recita: 

.....dell'importo complessivo a base d'asta contenga l'indicazione degli importi per i singoli servizi e fornitura messi a gara in particolare le seguenti principali voci di costo costo del personale:

  • costo del kit d'ingresso                                            
  • pocket money
  • scheda telefonica
  • fornitura pasti
  • materiali per pulizie e smaltimento rifiuti
  • servizio barberia
  • servizio lavanderia
  • medicinali
  • trasporto
  • messa a disposizione struttura.

Base d’asta per il conferimento di tutto questo è stato determinato in euro 35,16 iva esclusa, l'importo pro capite pro die da porre a base della gara…….”.

A questo punto sorge spontanea una domanda a un italiano disoccupato e senza dimora vengono garantiti questi diritti? C’è una cooperativa simile anche per loro? Se la risposta fosse sì non ci sarebbe niente da eccepire. Ma sempre in base alle nostre leggi, invece, a un disoccupato con prole addirittura non vengono forse tolti anche i figli perché è indigente? Dov’è la giustizia a questo punto? Può un padre di famiglia pensare prima ai figli degli altri e poi ai suoi? E di riflesso può uno stato pensare prima agli stranieri e poi ai propri cittadini?

È più che giusto che si sviluppi un senso di solidarietà tra gli stati e tra gli uomini ma molto probabilmente questa non è la strada giusta anzi non fa altro che alimentare diverse forme di sfruttamento della situazione a più livelli e soprattutto non si pone in essere una reale forma di aiuto per i migranti nel bisogno e per le loro terre.

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