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Lo sfregio della bellezza

La codardia e la mancanza di educazione di un atto che lede un bene comune

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Un atto di inciviltà ha leso un'opera d'arte, uno dei tanti atti si dirà, perchè non è il primo oggetto ad essere stato "inzozzato" da degli spray appartenente al patrimonio pubblico o privato. 

Ma questa volta non è una parete, non è una panchina, ma un'opera d'arte, l'atto che è stato compiuto è uno sfregio all'arte e alla bellezza.

Non averne contezza è ancor più grave, perchè chi lo ha compiuto non è in grado di riconoscere la bellezza, non è in grado di conseguenza di rispettarla.

La statua lesa è un'opera di Fabrizio Dieci, uno scultore genovese, che con altri artisti compì quell'opera nel prmo Simposio di Scultura che si tenne a San Salvo nel 1998.

Fu un evento eccezionale, diversi furono gli scultori provenienti da tutta Italia, grazie a due artisti locali Claudio Gaspari ed Ettore Altieri, che fornirono i contatti all'amministrazione comunale. I lavori durarono una settimana in piazza Aldo Moro. Blocchi di pietra della Maiella, vennero plasmati con la fatica e la passione di quei giovani uomini, che grazie alla loro arte donarono a San Salvo quelle opere che ancora oggi appartengono al nostro patrimonio comune.

Ledere, sfregiare un'opera d'arte è un atto codardo, è un atto di violenza alla città. Lede il bello che appartiene a tutti noi.

In quei giorni piazza Aldo Moro prese vita. Si imbiancò della polvere della pietra della  Maiella e del rumore degli scalpellini e delle mole. Le scuole vennero a vedere il lavoro che si stava compiendo, della magia che mani anche piccole come quelle di Carmen Tornabuoni artista sarda, riuscivano a compiere sulla pietra. L'opera di Carmen "Dafne" è ancora oggi esposta nei giardini di piazza delle Ginestre a San Salvo.

Le opere sono oramai ingrigite dal passare degli anni e dalle intemperie, ma il rispetto che a loro si deve, non dovrebbe venir meno con la perdita della memoria ad esse legate. 

Alla codardia e all'incapacità di riconoscere la bellezza probabilmente non c'è rimedio, ma si potrebbe cominciare dalla cura di queste opere, ripulendo quello sfregio e ricordando seppur con una semplice targa chi furono gli artisti che le realizzarono.

Non è un problema di sicurezza, l'opera non si sarebbe salvata se ci fossero state delle telecamere o una recinzione, è un problema purtroppo più complesso, probabilmente di educazione.

L'educazione al bello passa attraverso le famiglie, le scuole. Si pensi che un'opera realizzata da un artista oramai di fama internazionale come Dunio Piccolin realizzata su uno dei muri dell'atrio interno della scuola elementare di via De Vito durante la manifestazione "Favolare" nel 2011, (un'altra opera della stessa manifestazione è ancora meravigliosamente curata nella scuola elementare di via Verdi), è stata lesionata e coperta per posizionare una LIM.

Allora si parlò dell'urgenza di trovare un posto, durante il compimento dei lavori di ristrutturazione delle scuole medie, l'allora dirigente Daniela Bianco si assunse l'impegno di rimuoverla appena possibile, oggi a due anni dalla riconsegna di quei lavori, l'opera è ancora coperta dalla LIM.

No quindi, non è una questione di sicurezza ma di educazione al bello e al suo rispetto. La concezione del bello può essere un atto soggettivo, ma il rispetto che si deve ad esso deve essere un punto fermo.

 

Foto del Simposio del 1998 di Fabio Talone

 

 

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