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I racconti di Angiolina: Carmela Menna

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Il palazzo di città, ovvero il Municipio, ha visto entrare ed uscire tante persone, titolate o meno, assessori o consiglieri, sindaci e uscieri che, al contrario di altre tipologie occupazionali sono in una aperta vetrina dove i loro difetti e pregi appaiono alla luce della “piazza” in tutte le loro sfaccettature: pregi, difetti, preziosità o nullità che li caratterizzano ma soprattutto sono diversamente ricordati o del tutto dimenticati nella storia del paese. Il loro ruolo, infatti, è molto significativo e condiziona positivamente o negativamente l’immagine non solo del municipio ma anche di San Salvo. Lo splendore della loro persona rimane tale per sempre, anche quando il pensionamento sembra cancellarli dalla scena. Così non ci si ricorda per niente delle persone che non hanno saputo dare buon esempio, ma rimarranno sempre nella mente coloro che, oltre a svolgere il proprio dovere, hanno dato luce a percorsi faticosi, stenuanti, ma nello stesso tempo gratificanti con l’orgoglio di aver tessuto in parte la tela storica della piccola “reggia governativa” di tutti gli abitanti.

Non intendo fare un prolisso ed inutile elenco, ma intendo fermarmi, ogni volta che dedico i miei scritti a tale settore, ad una persona degna di essere stata un esempio umano lavorativo o direzionale, vicino col cuore e con la mente ai cuori e alle menti dei Sansalvesi. Carmela Menna è, senza alcun dubbio, un esempio del meglio che l’amministrazione abbia apprezzato, dandole la meritata possibilità di iniziare un percorso, pur senza specifici titoli in ruoli veramente umili e senza precise mansioni, certamente inferiori, come spesso accade, alle proprie capacità, ma sono appunto gli adattamenti non adeguati ma umilmente accettati con orgoglio, volontà e riconoscimenti a creare dal nulla, alla fine della carriera, un posto non solo di prestigio sociale, ma anche polivalente senza standard lavorativi limitanti in questo o quel settore, in questo o in quell’evento, in questo o quell’orario.

Carmela, dopo una gavetta davvero encomiabile di pulizie, manovalanze ristrette e apparentemente umilianti, è arrivata a svolgere anche mansioni impiegatizie e di pubbliche relazioni.

Carmela, inconsciamente, involontariamente possedeva doti a livello psicologico, sociologico, materno, tecnico senza titoli né diploma e, non a caso, negli ultimi anni di carriera, riusciva ad assolvere compiti in occasione di feste e ricorrenze e premiazioni ed eventi culturali, religiosi sportivi ed agiografici. Quando la musica si spegneva con le luci del palco con le poltroncine “svuotate” erano sparpagliate qua e là, Carmela, sempre col sorriso sulle labbra senza borbottare, con la leggerezza di una fata e l’agilità tipica degli sportivi, le raccoglieva, le assemblava e le riportava nei magazzini, aiutando gli operai che non esitavano a complimentarsi.

Carmela Menna è una delle prime persone che ho conosciuto nel 1979, quando ero assessore alla Pubblica Istruzione col mandato dell’On. Artese e mi è rimasta particolarmente impressa nel cuore.

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