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La forza dei numeri e i successi, qualche amarezza e la lotta per un voto sempre utile

Elezioni nazionali del 4 marzo: una 'fotografia' per i candidati vastesi schierati per il Parlamento

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Un successo travolgente, imbarazzante persino, da far quasi impallidire la Democrazia Cristiana grandi firme del tempo che fu.

Sta nella forza dei numeri il trionfo del Movimento 5 Stelle VastoSan Salvo e nel resto del comprensorio. Le bandierine gialle sventolano ormai dappertutto e annunciano ilcambiamento allorquando sarà l’ora di votare per sindaci e consigli comunali. Un avviso di sfratto, va detto subito, che suona prima di tutto per la Regione Abruzzo, col governatoreLuciano D’Alfonso che molla il timone in acque ormai agitate per scegliere la più comoda scialuppa di Palazzo Madama. Chi resta, a partire dal suo vice, Giovanni Lolli, avrà di che lottare per resistere alla montante marea grillina. La cui filiera istituzionale, a Vasto, è ormai completa: il cittadino-senatore Gianluca Castaldi al bis al Senato e, se governo 5 Stelle sarà, sicuro sottosegretario. All’industria, magari, come vorrebbe. Carmela Grippa, fino a ieri attivista e basta del Movimento, vola alla Camera e ci entra dalla porta principale. La dimostrazione lampante che, nella vita, la ruota gira. Emozionata, ci mancherebbe, l’onorevole giura che lavorerà per il territorioIn bocca al lupo. Più su, tra Strasburgo e Bruxelles, c’è l’eurodeputata Daniela Aiuto a chiudere il cerchio. Non c’è che dire, un boom senza precedenti: se sapranno incarnare il potere e tradurlo in fatti concreti come Remo Gaspari e Rosetta Jervolino, che col potere, tuttavia, flirtavano da tempo e, soprattutto, in altri tempi, ce lo dirà il prossimo futuro.

E gli altri? Etel Sigismondi ci ha provato e, con Fratelli d’Italia, ci ha sperato, persino illuso dalla fallace previsione di un quotidiano. Soldato di partito, passione e garbo non gli fanno difetto: potrà riprovarci, magari alla Regione, da qui a breve. Tiziana Magnacca, la prima donna di Forza Italia, ha portato sì, fieno in cascina, ma a quella del sempiterno Gianfranco Rotondi da Avellino. Che ora si rammarica per il flop di Paola Pelino e sentenzia: “Colpa di questa legge elettorale”. Tanti ancora quelli che, il 4 marzo, hanno lottato dalle nostre parti per un voto sempre utile, da Carmine Tomeo Orlando Palmer, da Antonio Parisi adAndrea Ciarallo, da Giuseppe Marisi Dario Leone, da Carla Zinni Incoronata Ronzitti, da Marisa D’Alfonso ad Agnese Paris. Bravi tutti a crederci fino alla fine. In fondo, fra non molto sarà di nuovo pronti via: già perché da noi è sempre campagna elettorale.

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