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A San Salvo celebrata la VII Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro i disturbi alimentari

Un male che affligge migliaia di adolescenti anche in Abruzzo che conta ancora troppe poche strutture pubbliche per la sua cura

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 “La Felicità non ha peso”, un titolo che ha accompagnato le parole delle dottoresse Mara Ricciuti e Morena Maccione nelle scuole superiori del Vastese, nell’arco di due mesi per parlare di disturbi alimentari, anoressia, bulimia e chiarire a tutti gli sguardi incontrati che chi ne soffre è malato, non si tratta di voglia di sembrare più bello, ma di una vera e propria malattia.

Un bilancio di questi incontri si è tenuto ieri sera presso la sala della cultura “La Porta della Terra” a San Salvo, nella VII Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, nell’ambito delle iniziative del Marzo Rosa patrocinata dall’assessore alle Pari opportunità Maria Travaglini.

Pesanti sono stati in numeri snocciolati dal dottor Mario Di Pietro, direttore UOC pediatria e neonatologia asl di Teramo specialista nei disturbi alimentari nell'età adolescenziale, durante l’incontro moderato dal dottor Antonio Spadaccini: nel 2015 sono stati 2.997 i casi curati nel reparto pediatrico di Teramo per disturbi alimentari, nel 2011 erano 2.433.

Diversi i casi portati ad esempio dal dottor Di Pietro, dal neonato all’adolescente, tutti casi che sono accomunati da un intervento multidisciplinare, perché i disturbi alimentari vanno trattati in maniera congiunta da più figure professionali, psicologi, nutrizionisti, fondamentale, inoltre, è l’aiuto della famiglia e della cerchia sociale del paziente.

Toccante la testimonianza della giornalista Novella Di Paolo, che attraverso la sua presenza e le sue parole, ha donato un volto a questo male, smuovendo le coscienze dei presenti.

Il dottor Di Pietro, ha ribadito l’importanza di saper riconoscere i disturbi alimentari, “Prima si compie una diagnosi, meglio la malattia può essere affrontata e sconfitta!”. Il dottor Di Pietro ha inoltre affrontato il problema della mancanza di luoghi di cura, soprattutto pubblici, “E’ su questo che dovremo lavorare” ha affermato il sindaco Tiziana Magnacca, “affinché la cura di queste malattie possa essere compiuta in un luogo prossimo all’ambiente in cui il paziente vive ed interagisce”.

“Questa giornata non vuole essere un traguardo, ma un punto di partenza” hanno concluso le dottoresse Maccione e Ricciuti “affinché queste malattie non siano un problema del singolo o della sua stretta cerchia familiare, ma se ne prenda carico l’intera collettività”.

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