Ho incontrato il professore ed architetto Beniamino Di Rico in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Territori di prossimità”.
Il suo è un lavoro che mette in luce due sperimentazioni che hanno al centro il territorio della Valle del Trigno. La prima nata nell’ambito del progetto “Trigno terre sostenibili” che ha visto la partecipazione di decine di comuni della nostra Valle, la seconda parte, da un progetto universitario realizzato nel 2016 con un gruppo di oltre 180 studenti di architettura dell’Università La Sapienza di Roma per il suo corso di Progettazione del territorio e del paesaggio, che hanno visitato tutti i piccoli e grandi comuni del Vastese considerandoli come un unicum non solo geografico, ma anche economico e sociale.
Da questo lavoro sono scaturiti decine di progetti, alcuni dei quali sono stati raccolti nel suo lavoro editoriale.
Progetti che danno un’idea di futuro, sulla rotta da seguire, affinché questo territorio abbia un futuro.
Piccoli borghi che diventano nella loro interezza “Musei del gusto”, “Borghi del benessere”, “Borghi della Sapienza”. Un progetto che parte da un restauro territoriale ed una rigenerazione urbana, con la valorizzazione delle singole architetture, preservando l’unicità architettonica dei luoghi.
Secondo l’architetto Di Rico, la vocazione di questo territorio è turistica “Oggi questo territorio non può più basarsi sulla produzione industriale, in crisi in diverse aree industriali di questo nostro Paese, la valorizzazione turistica è un processo non può che essere portato a compimento con tutti gli stakeholder che su questo territorio vivono e lavorano. Questo territorio non deve essere più considerato nella sua frammentarietà amministrativa, solo se lo consideriamo come un’unica entità potrà essere lanciato nell’ambito delle competizioni urbane e territoriali, per poter reggere le dinamiche internazionali”.
E gli studenti della Sapienza hanno fornito diverse idee:
Torrebruna e l’albergo diffuso “La Ruvarelle” – Qui gli studenti hanno immaginato il recupero delle abitazioni abbandonate riconvertendole ad albergo diffuso. Appartamenti adibiti ad appartamenti o a spazi per il benessere. Qui gli antichi mestieri vengono insegnati quali attività collaterali;
Montemitro e il borgo del benessere - qui il recupero dei manufatti in abbandono dà ospitalità ad un sistema ricettivo per la terza età, come misura alternativa alle odierne Residenze Sanitarie per Anziani. Con un sistema integrato di servizi alle persone in relazione alle esigenze anagrafiche di ogni ospite, con la presenza di centri riabilitativi, primo soccorso, sistemi di telemedicina;
La Trignina smart road - ossia la messa in sicurezza della strada statale attraverso la regolarizzazione degli svincoli pericolosi ed il trattamento del manto stradale con il programma per la materia, antighiaccio e antineve, una segnaletica orizzontale luminescente che rende più evidente il percorso e alza i livelli dell’attenzione, guard rail energetici, dotati di pannelli fotovoltaici morbidi, con sistemi di alimentazione di auto elettriche;
Borgo “della Sapienza” - qui i borghi si trasformano in campus dove i servizi universitari sono diffusi all’interno de borghi stessi, senza penalizzare la qualità della formazione e della ricerca.
Il Ponte dei due porti, il progetto sperimenta una ricucitura tra i porti turistici di San Salvo e Montenero di Bisaccia, una cerniera territoriale del sistema costiero. Una delle idee che scaturirono dall’incontro nel 2015 con l’architetto Agostino Monteferrante su un’idea diversa di città, discusse nel 2015. Una struttura aerea leggera, fortemente caratterizzante per il territorio, che contiene strutture quali un teatro, una ludoteca ed una caffetteria.
Questi sono solo pochi stralci di alcuni dei progetti contenuti nella pubblicazione dell’architetto Di Rico, che ha donato a questo territorio una possibilità, quella di andare oltre l’immaginazione dei singoli attraverso uno sguardo collettivo. Le idee presentate possono sembrare utopiche ai molti, ma sono una possibilità che questo territorio può darsi. Anche solo spunti di riflessione, per poter ambire ad altro che esca fuori dall’ordinario in una gestione della cosa pubblica che arranca anche solo nel garantire l’ordinario.
Di seguito l'intervista realizzata
Intervista riprese e montaggiodi Antonia Schiavareli
