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Sapete che l’Avis San Salvo è nata all’interno della ex Magneti Marelli?

Nel gennaio del 1977, 25 pionieri fecero nascere questa importante associazione nella nostra città

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Nel 2017 l'Avis San Salvo ha spento le sue ben 40 candeline. Durante questi 40 anni di storia, l' importante associazione sansalvese ha fatto sì che tante persone si sono avvicinate a una logica di solidarietà. Tanto bene è stato fatto grazie ai tanti soci che si sono avvicendati in questo lungo periodo e che hanno creduto e si sono spesi per l'Avis. In varie occasioni è divenuta uno strumento per salvare delle vite umane. Di segutio il racconto delle sue origini.

Negli anni 70, all’interno della Magneti Marelli (attuale Denso), lavoravano alcuni donatori Avis dei paesi limitrofi. Con il passaparola cominciarono a diffondere la loro esperienza e di riflesso la bellezza del donare il proprio sangue come un semplice atto d’amore nei confronti di chi aveva bisogno.

I primi volontari che maturarono l’idea di costituire una sede Avis qui a San Salvo furono Sergio Di Tizio e Nino Diodati. Insieme a una ventina di soci fondarono ufficialmente un’associazione qui a San Salvo che era prettamente aziendale.

Non aveva una sede fissa e l’intera logistica (reclutamento, registrazione, organizzazione e contatti con l’ospedale di Vasto) veniva gestita tra i dipendenti all’interno dell’azienda nelle pause caffè e tra un cambio di turno e l’altro. Ciò nonostante riuscivano ad essere molto efficienti e dare risposte tempestive alle esigenze dell'ospedale.

Nel 1977 venticinque soci hanno costituito formalmente una sede Avis qui a San Salvo e nel 1978 non aveva più una connotazione prettamente aziendale ma si è evoluta in Avis territoriale. Questa trasformazione ha consentito di integrarsi di più con il territorio.

La Magneti Marelli accoglieva con favore questa realtà anche perché la figlia di uno dei suoi fondatori Ercole Marelli si era ammalata e aveva bisogno di trasfusioni di sangue. Tutti gli operai si resero disponibili a donare il loro sangue, prodigandosi in ogni modo possibile. Come atto di riconoscenza l’azienda cominciò a riconoscere a tutti coloro che andavano a donare anche per altri ammalati, 3 giorni di riposo.

Questo benefit continuò a persistere anche quando l’azienda si divise in due e una di queste venne venduta alla Fiat che impiantò una sede qui a San Salvo. Si faceva tante opere di sensibilizzazione con il passaparola. I 3 giorni di riposo costituiva per tanti dipendenti anche un valido motivo per andare a donare.

Negli anni ’90 l’azienda chiamò i responsabili dell’Avis e li avvisò che si sarebbe allineata con la normativa nazionale e quindi chi andava a donare aveva dirittto a un solo giorno di riposo.

In quel momento ci fu un calo di donatori ma oramai si era avviato un processo di sensibilizzazione che nel tempo portò i suoi frutti.

 

(Nella foto in copertina il direttivo che ha festeggiato le 40 candeline dell'Avis San Salvo)

Martedì prossimo un altro articolo per raccontare un altro pezzo di questa storia quarantennale

 

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