Rifiuti urbani dei comuni del Vastese, del Sangro e del Frentano, ma anche quelli di Campania, Puglia e Lazio, avviati nelle strutture del Civeta attraverso società e intermediari.
Nata per essere al servizio dell’impianto di compostaggio e di riciclaggio di Valle Cena, la discarica ha dovuto presto aprire a flussi di rifiuti esterni per sanare annosi problemi di bilancio con il risultato che la durata della vasca sarà più breve di quanto ipotizzato inizialmente. Tanto da indurre la Cupello Ambiente, società che fa capo all’imprenditore foggiano Rocco Bonassisa, a presentare un nuovo progetto in Regione (attualmente in fase di valutazione di impatto ambientale) per la realizzazione di una quarta vasca da 480.750 metri cubi in contrada Cena, vicino all’attuale impianto del Civeta. La notizia sta creando non poco allarme. Alle preoccupazioni delle associazioni si sono aggiunte quelle di alcune forze politiche.
“Ci pare che si voglia trasformare nella pattumiera dell’Abruzzo inferiore quello che doveva essere il fiore all’occhiello del comprensorio vastese”, attaccano il consigliere regionale Mario Olivieri e il capogruppo della lista civica Il Nuovo Faro, Edmondo Laudazi, “appare singolare che, proprio durante il processo di costituzione dell’Agir si debbano registrare le scomposte iniziativeche sembrerebbero promuovere, da parte di operatori privati, la costituzione di nuove discariche in territori circostanti l’impianto Civeta ed attribuibili tutte a privati che nulla o poco hanno a che spartire con le iniziative consortili. Appare assordante il silenzio degli amministratori comunali interessati ed in particolare dei sindaci di Vasto, San Salvo e Cupello, Francesco Menna, Tiziana Magnacca e Manuele Marcovecchio”, proseguono Olivieri e Laudazi, “che con ben altra forza dovrebbero difendere le ragioni ed il patrimonio delle proprie collettività. Risulta, infatti, che la stessa gestione commissariale del Civeta si trascini stancamente avanti persino durante la indisponibilità fisica del commissario Franco Gerardini”.
Secondo i due esponenti politici “è necessaria una forte iniziativa finalizzata a superare la gestione commissariale ed a ricondurre nella disponibilità dei soci del Civeta e quindi dei comuni interessati, il futuro dell’impianto, salvo che non si pensi di poter gestire questo delicatissimo settore in maniera funzionale ai destini politici degli amministratori interessati”.