CASTELGUIDONE - ''Un popolo si è messo in cammino per testimoniare silenziosamente la presa di coscienza di una situazione che ormai è diventata insostenibile per quanti vivono nel nostro territorio''. Sono le parole pronunciate dal Vescovo titolare della diocesi di Trivento, monsignor Domenico Angelo Scotti, a conclusione della ''fiaccolata silenziosa'' che ha sfilato, domenica pomeriggio, nel centro di Agnone, cittadina al confine tra Abruzzo e Molise, divenuta simbolo dell'agonia di tutto il territorio montano, che sta letteralmente morendo sotto i colpi dello spopolamento e del taglio progressivo dei servizi, anche quelli basilari. Un'iniziativa dall'alto profilo simbolico, promossa dalla Caritas diocesana di Trivento, che ha proprio a Castelguidone il suo ''quartier generale'', essendo il locale parroco, don Alberto Conti, il direttore degli uffici che si occupano delle battaglie sociali e umanitarie, nell'Alto Molise, nell'Altissimo Molise, o nei quattro angoli del pianeta, ovunque occorra. E non è stato un caso che alla fiaccola silenziosa di Agnone, oltre mille presenze, abbiano partecipato in molti dai vari centri del basso Chietino, i comuni dell'Alto Vastese appunto, per i quali i paventati tagli ai reparti dell'ospedale di Agnone significherebbero pesanti disagi. Alle telecamere di Rai Tre Molise, un paziente dell'ospedale molisano, nonché vice sindaco, negli anni scorsi, del comune di Schiavi di Abruzzo, Dorino Ninni, ha ricordato che l'ospedale di Agnone è il più vicino da raggiungere rispetto ai centri sanitari di vasto o Gissi, ma si potrebbe aggiungere anche Atessa. E per difendere quei reparti, il punto nascita, il laboratorio analisi, i posti letto, i cittadini dell'Alto Vastese hanno sfilato, accanto al proprio Vescovo, e a qualche amministratore locale che ha avuto la sensibilità di partecipare, primo fra tutti il presidente della Comunità montana Luciano Piluso. Una straordinaria dimostrazione di compattezza e di fierezza per le popolazioni vessate, perché di questo si tratta, dell'entroterra. E il Vescovo Scotti, nel corso del suo discorso di chiusura, ha toccato temi importanti. ''Non si può più pensare che quello che è dovuto deve essere atteso e implorato come benevolenza che viene concesso dall'alto. - ha ammonito il presule triventino - Occorre riconoscere i diritti e i doveri di ogni persona, per non escludere ampie fasce di cittadini in modo particolare i più deboli, non riconoscendo i diritti e i doveri della persona. Coloro che hanno la responsabilità della cosa pubblica non possono disattendere le esigenze delle zone più ferite dall'emigrazione e fare scelte che lasciano in abbandono i più bisognosi. E' necessario affrontare le sfide con coraggio e intelligenza. Le scelte devono andare nella direzione più opportuna e doverosa in vista del bene di tutti, anche se ciò contrastasse con il proprio bene e con quello della propria area di appartenenza''. E infine un monito, forte, come il grido silenzioso che si è levato dalla fiaccolata di Agnone: ''Il tempo liturgico dell'Avvento che stiamo vivendo ci invita a scrollarci di dosso l'apatia e riprendere in mano la storia della propria vita e quella della comunità ripartendo da quei valori civili e religiosi che hanno fatto grande Agnone e i tutti centri della Diocesi di Trivento. L'avvento è tempo di speranza. Ci chiediamo che possiamo fare? È tempo di decisioni, carissimi fratelli e sorelle. Mettendoci insieme, accantonando le rivalità , è possibile invertire la direzione. Il futuro è nelle mani di Dio e di ognuno di noi. Non è più tempo di affidarlo ad altri ma è ora di riappropriarsi con responsabilità del futuro sapendo che vivere è impegnarsi''.
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