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Usa la testa e non la zucca

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Cari amici siamo cristiani? Si o No? Non abbiamo bisogno di Halloween che è una “festa” irlandese (esportata in America, poi venuta qui e non appartiene alla nostra cultura), pagana, economica e satanica, una specie di secondo carnevale contrapposto alla solennità di tutti i santi e alla commemorazione dei defunti.

Per il cristiano ogni giorno è festa, perché crede che Gesù è Risorto.

Usa la testa e non la zucca. Usa il cuore e non “lo scherzetto del diavolo”. Usa la misericordia e non il dolcetto o il vestito tenebroso. Perchè dobbiamo celebrare una “festa” che non ci appartiene come cultura italiana? Solo perché gli altri lo fanno, allora lo faccio pure io. I bambini hanno bisogno di
essere nutriti di bellezza e non di bruttezza vestendoli da mostri, zucche, zombi etc. Uno spreco di soldi dove guadagnano le multinazionali e perdiamo il gusto del sacro e del bello della vita.

Adoriamo la Luce e non le tenebre, e andiamo contro la cultura della morte, ma promuoviamo la vita e la bellezza della fede. L'esperto Don Aldo Buonaiuto scrive: “Le origini. Halloween affonda le sue radici nei culti superstiziosi di antiche civiltà celtiche che celebravano, verso la fine di ottobre, rituali di passaggio tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno; questi riti prendevano il nome di Samhain, indicato come “signore della morte”. Per la casta sacerdotale dei Celti, i Druidi,
nella notte di Samhain il “principe delle tenebre” avrebbe umiliato il dio Sole facendo ritornare le anime dei morti sulla terra per rientrare nei corpi dei vivi.

Durante la festa si svolgevano riti orgiastici, con uso smodato di bevande alcoliche; l’offerta di sacrifici, forse anche umani, era considerata necessaria per ingraziarsi gli spiriti delle tenebre. I Druidi si presentavano con lanterne realizzate con rape svuotate e intagliate a forma di viso, al cui interno bruciava una candela ricavata dal grasso dei sacrifici animali; l’indomani mattina veniva acceso il fuoco nuovo con il quale i sacerdoti facevano il giro delle case portando i carboni ardenti presso le famiglie.

Se qualcuno rifiutava, veniva maledetto. Il culto pagano è rimasto sepolto per secoli nelle tradizioni dei popoli del Nord fin quando non venne assorbito, ma mai del tutto eliminato, dalla predicazione cristiana dei primi secoli. Storicamente la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV nell’834, decide di spostare
la festa di Ognissanti dal tredici maggio al primo novembre, proprio per sradicare le superstizioni, i rituali e gli appuntamenti occultistici derivanti dall’antica festa druidica. Lo stesso accade nel X secolo, quando viene introdotta la festa di tutti i fedeli defunti per anteporsi a quella delle streghe.

La riforma protestante contribuisce invece ad un graduale ritorno di questa “commemorazione degli spettri” proprio per sminuire la festività di Ognissanti. L’evoluzione. La “festa” di Halloween fu recuperata inizialmente nei Paesi di cultura anglosassone. Nel XIX secolo l’Irlanda fu investita da una terribile carestia e per sfuggire alla povertà molte persone decisero di abbandonare la loro terra tentando fortuna negli Stati Uniti. In questo contesto venne riesumata la celebrazione di Halloween proprio al fine di mantenere vive le tradizioni e i costumi di quella nazione.

I ragazzini, travestendosi da fantasmi, andavano di casa in casa ripetendo la formula “trick or treat”, che dietro all’innocente significato di “dolcetto o scherzetto” e alla traduzione letterale di “trucco o divertimento”, nasconde quello originario di “maledizione o sacrificio”. Questo gioco così divertente contagiò la gioventù degli Usa favorendo nuove attività commerciali per poi proliferare in tutto l’Occidente”.

I bambini, come gli adulti, hanno fame e sete di vita, di bellezza, di Dio e delle cose importanti della vita. Non possiamo favorire con questa “festa” pagana e commerciale la cultura della morte, del macabro, della bruttezza, dell'esoterico, del pauroso, del terrificante, del “dark”, della tristezza e dell'orrendo. La notte di Halloween è anche chiamato “il capodanno satanico” dove si rinnovano i patti e si fanno nuovi patti con “quello del piano di sotto” che luccica, ma non illumina, che attira, ma inganna. Forse in questi giorni dobbiamo riflettere sulla chiamata di ciascuno alla santità e alla morte come porta dell'eternità. Ognuno di noi è chiamato alla santità e papa Francesco ci ricorda: “La santità è il volto più bello della Chiesa. Ma anche fuori della Chiesa Cattolica e in ambiti molto
differenti, lo Spirito suscita «segni della sua presenza, che aiutano gli stessi discepoli di Cristo»”.

Qualcuno ha scritto che “il santo è un peccatore che non si arrende mai”, ma credo che i santi sono le persone realizzate e felici nell'Amore di Dio e per gli altri. Uno scrittore carmelitano scrive: “ È meraviglioso vedere come i santi si completino e si illuminino a vicenda, tanto che è bene non limitarsi alla conoscenza di uno solo di loro. Così ricca e grandiosa è la manifestazione di Dio che un unico santo non potrebbe mediarla tutta. Lungo il corso della storia sorgono sempre nuovi santi a di-svelare altri aspetti della verità. Dobbiamo quindi cercare di familiarizzarci con loro e accoglierli in gran numero (Wilfrid Stinissen)”.

Oltre della santità, dobbiamo riflettere anche sulla nostra morte. La morte non è la fine di tutto, ma è l'inizio del Tutto, cioè dell'eternità. Perché vestiamo un defunto con l'abito più bello, più nuovo ed il migliore che ha? Perché deve fare un grande incontro con Gesù sposo eterno. La morte è l'incontro con la Luce e speriamo che quando arriverà la nostra ora, il Signore ci trovi vivi, cioè pregando e amando fino all'ultimo respiro. Voglio concludere con le parole del grande Don Oreste Benzi: “«In questi ultimi decenni il mondo dell’esoterismo ha trasformato questo avvenimento in un rituale collettivo altamente propagandistico, interessando e coinvolgendo i bambini e i giovani. La domanda originaria si è trasformata così in “dolcetto o scherzetto?” assumendo un significato sempre più legato all’occultismo e quindi all’esaltazione dell’orrore e della morte. Mi rivolgo ai genitori e a tutti gli educatori: accettando questa celebrazione si promuove e si sviluppa l’adesione al mondo satanico che già ingabbia moltitudini di adolescenti, soprattutto nelle fasce urbane delle più grandi città. Già si vedono nella nostra società i segni nefasti di questo mondo oscuro che cattura i giovani portandoli a vestirsi di nero, ad ascoltare la musica satanica, a frequentare locali dark, a tatuarsi i simboli del male.

 

Vogliamo che i nostri figli festeggino il giorno di Ognissanti con i demoni, il mondo di satana e della morte oppure con gioia e pace vivendo nella luce? Esortate i vostri figli dicendo loro: vuoi giocare e divertirti con i demoni e gli spiriti del male o invece scegli di gioire e far festa con i Santi che sono gli amici simpatici e meravigliosi di Gesù?».
 

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