Chi si è trovato anche per caso nel centro storico di San Salvo il 31 ottobre 2018 nel pomeriggio e/o in tarda serata molto probabilmente si è imbattuto in squadriglie di ragazzi e ragazze adolescenti con trucchi come si suol dire da "brividi"(streghe, facce incidentate e grondanti di sangue) vestiti da fantasmi, scheletri e simili. E ovviamente armati di bombolette spuma, oggettistica varia da "paura", farina, piccoli petardi per far spaventare così come vuole il fenomeno anglosassone "Halloween".
Alcuni commercanti erano fuori a pulire quanto loro sporcavano e con uno sguardo che era un mix tra diffidenza, apprensione, e un "ma guarda questi maleducati!".
Alcuni adulti pensano che se il fenomeno è un occasione di divertimento per i bambini piccoli va bene ma quando degenera in comportamenti simili sono da condannare. Ma non sono forse queste due facce della stessa medaglia? Viene spontanea la domanda: gli adolescenti che scelgono di "festeggiare" Halloween non sono forse il frutto di un costume che li ha impregnati proprio quando erano anche loro piccoli a scuola, in famiglia e nella società ? Con quel sentire comune: "ma che male c'è? E' solo un modo per divertirsi! Ogni occasione è buona per farlo e Halloween non è altro che questo".
Non è forse vero che i bambini, soprattuto se piccoli sono come delle spugne che assorbono il senso del bene e del male in ogni circostanza, anche nelle occasioni di gioco e di divertimento? Una tradizione che porta avanti il senso nel macabro, del ricatto e della paura cosa può trasmettere a una mente di un bambino di 3/4 anni e degli anni a seguire fino alla quinta elementare?
Gli adolescenti che ieri sera si sono travestiti e chiedevano "dolcetto o scherzetto" andando a imbrattare marciapiedi e vetrine non sono forse il frutto di adulti che hanno trasmesso loro la tradizione di Halloween proprio negli anni più delicati e formativi per la persona umana?
Al di là dell'essere credente o meno, non esiste forse una legge italiana che annovera il giorno di Ognissanti tra quelli considerati "festivi" a tutti gli effetti? Dov'è il semplice orgoglio dell'essere italiani e del difendere una nostra identità anche in queste cose?
Perchè non farsi promotore di questa tradizione che più propriamente ci appartiene a tutti i livelli anche e soprattutto per il bene delle future generazioni nei confronti dei quali abbiamo il dovere di trasmettere dei valori positivi che li possano accompagnare nella vita?
Le alternative che si potrebbero creare a questo fenomeno tipicamente anglosassone per creare delle occasioni di divertimento sano all'insegna del bene, del bello e dello stare insieme sono davvero tantissime, basta un briciolo di fantasia e di tanta buona volontà .
I primi promotori di un'identità italiana oltre che cristiana potrebbero essere le amministrazioni comunali, le parrocchie, le attività commerciali, i titolari di bar e locali per i giovani, gli insegnanti proponendo ai propri alunni lavoretti non di Halloween ma di Ognissanti. Chissà se l'anno prossimo San Salvo riuscirà a far parlare di sè nell'andare in controtendenza e organizzare ad esempio una festa in piazza di Holy Ween con la collaborazione anche delle tre parrocchie, un Hello Wine nei locali di divertimento dei giovani, dei negozi addobbati a tema "Ognissanti" e una vigilia di Ognissanti con adorazione Eucaristica, messa e preghiere?