Ho partecipato con grande orgoglio all’ultima seduta del Consiglio Regionale.
Una tappa importante del mio percorso al servizio dell’Abruzzo e della popolazione della Provincia di Chieti.
È stato un viaggio , per altro, caratterizzato da molte ombre, da molti rimpianti e da poche luci.
I principi del civismo, limpido e concreto, che mi avevano indotto con entusiasmo ad iniziare la mia avventura di servizio, si sono presto dovute confrontare con un becero sistema di potere di partiti in disfacimento e di persone della mia stessa coalizione, organizzate per bande .
Il patto che era stato stretto per promuovere lo sviluppo della gente e del nostro territorio abruzzese è infatti stato immediatamente stracciato per lasciare spazio solo ad egoismi personali , improduttivi e senza respiro. Mi sono dovuto battere con grande impegno per cercare di ottenere qualcosa per il mio territorio vastese e per le zone interne della nostra Regione. Ma il PD Abruzzese ha preferito rinchiudersi a riccio ed ignorare cocciutamente i miei impulsi risolutivi in materia di Sanità pubblica, di Ambiente, di Caccia e di Agricoltura: problemi e materie di cui sono esperto per professione e per provenienza.
Grida, proteste e proposte sono state volutamente ignorate: il risultato finale dell’azione amministrativa regionale è sotto gli occhi di tutti con aumento del disagio sociale e della disoccupazione. Ce ne era d’avanzo per mandare tutto e tutti a farsi friggere, in un momento che con il mio determinante voto avrei potuto impedire l’esame e la approvazione del Bilancio Regionale. Amara soddisfazione. Avrei dovuto però lasciare la popolazione Abruzzese ed i poveri della mia Regione per oltre due mesi con le risorse bloccate e con la paralisi amministrativa in danno dei più deboli. Non ho avuto dubbi ad onorare il mio mandato e la fiducia degli elettori. Ho detto chiaramente che sono da tempo distante da simili comportamenti gestionali che ho sempre contrapposto. Che voto contro questo sistema di sinistra che appare incapace di rispondere adeguatamente ai bisogni della gente e che la mia lotta per il rilancio dell’Abruzzo - se avrà il consenso degli elettori - continuerà con altri amici che non mi trattano da nemico, ma che parlano la mia stessa lingua.