Il Santo Antonio abate ricordato oggi 17 gennaio fu un eremita egiziano vissuto tra il III e il IV secolo, ed è in assoluto il santo che ha più patronati.
Sant’ Antonio è collegato principalmente alla fama di guaritore dall’herpes zoster, detto appunto fuoco di sant’Antonio. Si narra che i seguaci del Santo, per meglio soccorrere i malati che si recavano ormai senza speranza alla chiesa francese di Saint-Antoine de Viennois, luogo dov’erano conservate le reliquie, decisero di costruire un ospedale e dei ricoveri. Ebbe così origine l’Ordine Ospedaliero degli Antoniani. Per assicurare la sussistenza ai malati e ai religiosi, si narra che venissero allevati dei maiali, lasciati liberi di girare per il paese, destinati alla macellazione. Necessità sopraggiunte vietarono la libera circolazione degli animali nella città , fatta eccezione per i maiali degli Antoniani che, da allora, dovettero portare come riconoscimento la celebre campanellina al collo. Per questa leggenda Antonio è patrono dei suini, dei cavalli, degli animali domestici e di molti mestieri collegati: agricoltori, allevatori, commercianti di maiali, tosatori, droghieri, macellai, pizzicagnoli e salumieri. Per la capacità di far guarire dall’herpes zoster, è invece invocato un po’ per tutte le malattie della pelle: foruncoli, prurito, scabbia, ma anche per lo scorbuto, le malattie contagiose, la peste, le varici e le malattie veneree. Il bruciore simile al fuoco che l’herpes provoca, è il motivo per il quale Antonio è anche patrono dei fornai, dei fucilieri e delle cucine, ed è invocato contro il fuoco e contro gli incendi.
Il detto: Sant’ Antonio dalla barba bianca fammi trovare ciò che mi manca!