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Incontro formativo sul Cyberbullismo, "Facciamo rete per prevenire e contrastare il fenomeno"

Redazione
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Importante incontro ieri pomeriggio al Mattioli di San Salvo sul tema del cyberbullismo. "Il cyberbullismo ma soprattutto l'uso consapevole del social media è un tema molto urgente", afferma la dirigente Annarosa Costantini, "il compito della scuola è strategico, impedire agli studenti di utilizzare i social è impensabile nel mondo in cui viviamo. Il compito della scuola, quindi, insieme alla famiglia, deve essere quello di educare i ragazzi all'uso consapevole del web".

L'incontro è stato organizzato dal Lions Club e dalla scuola, con il patrocinio del Comune e dell'assessorato alle politiche sociali. Dopo i saluti del sindaco Tiziana Magnacca e del presidente del Lions Club San Salvo Claudio De Nicolis, il vice governatore distrettuale Tommaso Dragani ha sottolineato l'attenzione del club che rivolge al mondo giovanile.  

A discutere dell'importante argomento professionisti e autorità del settore: Giampiero Di Florio, Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Vasto, Gianluca De Donato, Vice Questore della Polizia di Stato, l'Ispettore Angelo Mastronardi, Polizia Postale di Pescara, Teresa Di Santo, Presidente dell'Associazione Emily. Presenti l'assessore alle politiche sociali Oliviero Faienza e diverse personalità Lions, il luogotenente dei Carabinieri Antonello Carnevale e il tenente Luca D'Ambrosio. Ha moderato il convegno lo psicologo Christian Valentino in qualità di officer distrettuale Lions del service Cyberbullismo. 

Teresa Di Santo ha illustrato il lavoro che svolge la sua associazione di volontariato a tutela dei minori, "Questo modo di comunicare, in continua connessione, nasconde dei rischi di cui i giovani non sono consapevoli, devono sapere che non sempre tutto è possibile e per questo bisogna dare dei segnali forti. In questo senso il ruolo degli insegnanti è fondamentale".

"E' bene sapere che c'è anche un lato oscuro di Internet", esordisce Giampiero Di Florio, "il telefono non viene usato più come mezzo di comunicazione uno a uno, ormai la comunicazione è passata attraverso il rapporto uno a molti fino ad arrivare a molti a molti, al punto che qualcuno individua una sorta di cittadinanza digitale di cui tutti facciamo parte. Ognuno di noi nel momento in cui accede a una rete è vittima potenziale di reati".

La definizione di cyberbullismo che viene data dalla legge è “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo“.

La l. 71/2017 intende reprimere il fenomeno tutelando ed educando i minori coinvolti, sia come vittime che come aguzzini, facendo sì che l’intervento venga attuato prevalentemente negli istituti scolastici, senza differenziazioni d’età. L’azione combinata di prevenzione e repressione ha lo scopo di riuscire, in sinergia, a creare una rete sociale di protezione che consenta alla vittima di trovare aiuto e al “carnefice” di essere punito ma anche di comprendere la gravità del proprio errore.

Il procuratore Di Florio ha riportato alcuni dati del Censis, "Il 69% dei rapporti tra aggressore e vittima sono rapporti sconosciuti, poichè l'anonimato raffroza la capacità di penetrare nella sfera del soggetto privato, spesso il bullo frequenta la stessa scuola della vittima e nel 19% dei casi la stessa classe, il 10% è un coetaneo o uno studente più grande della stessa scuola".

Gianluca De Donato ha rimarcato l'importanza della prevenzione, "Cosa si intende col termine prevenzione? Prevenzione vuol dire arrivare primi. Nei nostri uffici arrivano i ragazzi e noi partecipiano alle loro lacrime e al loro dolore, per cui comprendiamo bene l'importanza di arrivare prima. La soddisfazione di aver fatto un arresto è nulla a confronto di un ulteriore grido di dolore che registriamo il giorno successivo quando un minore viene a portarci una denuncia", continua De Donato, "Dobbiamo quindi arrivare primi, ma non possiamo farlo da soli. Questi incontri sono visti come un corso accellerato all'uso di Internet, non è così. Vi possiamo portare a fare una riflessione sull'uso consapevole della rete e cercare di farvi capire che il ruolo di genitori e insegnanti è un ruolo veramente importante".

Il vice questore della Polizia di Stato ha riportato alcune testimonianze come il caso di Amanda Todd, una ragazza morta nel 2012 impiccandosi nella cameretta della sua casa, in Canada, cinque settimane dopo aver pubblicato su YouTube un video di denuncia degli atti di bullismo subiti. 

Numerosi i genitori, i docenti e gli alunni che hanno partecipato al convegno.

 

 

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