Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Coppa: “i bambini hanno nel Dna la propensione al bene”

Un responsabile nazionale della Filo d’Oro a San Salvo grazie a Lorenzo, alunno della scuola di via Ripalta

Condividi su:

Sabato 26 gennaio la classe seconda C della scuola primaria via Ripalta dell'Istituto Comprensivo n. 2 diretto dal dirigente scolastico dott. Vincenzo Parente, ha vissuto dei momenti molto intensi grazie alla presenza di Mauro Mario Coppa, il Responsabile del Settore Educativo per l’ area giovani della Lega del Filo d’Oro, intervenuto nell’ambito del progetto "laboratorio inclusivo per sviluppare attenzione, concentrazione ed autoregolazione" dell’alunno Lorenzo Capolingua. Il progetto è stato fortemente voluto, realizzato e finanziato dall'associazione "Nonsolo15" Onlus.

Un' intera mattinata di studi, di condivisione e di reciproco apprendimento che ha visto coinvolgere in prima persona i genitori, Maria Grazia Ranieri e Antonio Capolingua, le insegnanti Maria Aurelia Petrucci, Maria Gina Priori, Daniela D’Andrea, Ottaviano Teresa, Stefania Campati (maestra di sostegno), Monica Conti (assistente specialistica), e Mirella Nozzi (coordinatrice per l’inclusione).

Il dottor Mario Mauro Coppa, psicologo e psicorapeuta da quarantuno anni collaboratore attivo della Lega Filo D’oro, l’associazione che si occupa dal 1964 di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, dopo diversi momenti di osservazione di Lorenzo inserito nella sua classe ha dato dei consigli su come migliorare la vita di Lorenzo e favorire una sempre maggiore inclusione oggi nella scuola e un giorno fuori,  “l’inclusione che si fa carne”.

I bambini hanno nel Dna il desiderio di aiutare gli altri e soprattutto chi si trova in difficoltà e quindi noi dobbiamo stimolare al massimo questa loro innata peculiarità.” ha sottolineato il Responsabile della Filo d’Oro. Dall’osservazione e da quanto riferito anche dai genitori il gruppo classe è molto legato a Lorenzo e questo lo si può percepire da molti dettagli. Anche durante la mattina siccome Lorenzo non stava in classe nel momento della ricreazione e solitamente i suoi compagni sono abituati ad aspettarlo una collaboratrice scolastica si è recata nella stanza dove c’era il briefing per chiedere se i suoi compagni di classe potevano aspettare o mangiare. Un giorno Lorenzo era tornato a casa con un regalo di una sua compagna di classe, una bottiglietta di plastica piena di pezzetti di cannucce colorate. “Questo a Lorenzo piace perché lo può scuotere e sentire il suono che si crea grazie alle cannucce”.

Tanti i suggerimenti del dottor Coppa agli insegnanti che portano benfici non solo per Lorenzo ma anche per gli altri studenti “Bandite, dinosauri e animaletti che non vedono. Stimolate gli alunni con ciò che osservano, toccano e vivono del loro quotidiano. Tutta la programmazione didattica deve condure a una reale inclusione di chi si trova in una particolare situazione di difficoltà come adesso Lorenzo. Considerate che l’attenzione media dura 20 minuti quindi dovete utilizzare stimoli per tenere alta quest’attenzione. A volte può bastare anche un cambio di tono di voce. Occorre favorire le didattiche esperienziali. Se invitate i compagni di classe a realizzare degli oggetti per Lorenzo ne trarranno beneficio anche loro perché così stimolate lo spirito di altruismo e la creatività. In generale bambini come Lorenzo sono per natura empatici e molti bambini divengono degli inconsapevoli tutor spontanei. Affiancate a questi anche dei tutor strategici da responsabilizzare e anche gratificare con “oh guarda che bravo che sei stato, grazie a te Lorenzo....”.

Coppa è entrato nell’associazione Filo d’oro da quando aveva 18 anni per un coinvolgimento personale di una nonna sorda dall’età di sette anni. “In questi 41 anni di collaborazione con la Filo d’Oro, che è diventato oggi un centro di eccellenza non solo nazionale ma anche a livello europeo ho imparato la “compassione” il patire insieme. Ho incontrato centinaia di bambini di famiglie che mi hanno dato davvero tanto. Oltre che la tecnica è una questione di coinvolgimento emotivo, cercare di poter aiutare le persone a volare e quindi alleviare le difficoltà che hanno queste persone per tutta la vita penso che sia il dono e anche l’insegnamento più grande che ho avuto da questa esperienza” ha riferito lo psicologo e psicoperapeuta

Al laboratorio erano presenti anche la nonna e altri familiari di Lorenzo e la rappresentante dei genitori della sua classe.

 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook