Nella prevista riunione sul riassetto territoriale di Anas, la struttura nazionale della Filt Cgil confermerà le legittime perplessità dei sindacati territoriali, dei lavoratori Anas e delle Istituzioni molisane rispetto ad ipotesi di accorpamento e di riassetto territoriale in grado di penalizzare il Molise. Già al termine dell’incontro tenutosi lo scorso 18 aprile, la Filt Cgil Nazionale, unitamente alle altre Organizzazioni sindacali di categoria, aveva espresso mediante un comunicato unitario diramato all’attenzione dei lavoratori, le proprie osservazioni critiche e perplessità rispetto all’adozione da parte di Anas di nuovo assetto organizzativo in sostituzione di quello attuale che, è bene rammentarlo, è articolato in appena otto macroaree dislocate su tutto il territorio nazionale. L’attuale proposta di riassetto territoriale preannunciata da tempo ma formalizzata ufficialmente dall’Amministratore Delegato soltanto nella riunione del 18 aprile, nel prevedere la costituzione di 16 strutture territoriali (corrispondenti ad altrettante aree compartimentali), ha altresì ipotizzato tre accorpamenti territoriali tra regioni limitrofe quali Piemonte- Valle d’Aosta, Veneto – Friuli Venezia Giulia e per l’appunto Abruzzo – Molise. Su queste ipotesi di riassetto territoriale e di accorpamento, sulle quali le stesse segreterie nazionali di categoria hanno da subito rappresentato perplessità chiedendo opportuni chiarimenti, si sono determinate legittime preoccupazioni e proteste da parte soprattutto di quelle regioni che risulterebbero penalizzate da questo progetto qualora venisse portato a compimento. Occorre assolutamente garantire alle strutture territoriali (Molise compreso) quell’autonomia organizzativa, funzionale e di spesa necessarie ad assicurare un adeguato livello di sicurezza dell’utenza stradale e degli stessi lavoratori Anas. La Filt Cgil e la Cgil Molise pertanto, pur esprimendo unitamente alle altre sigle sindacali, apprezzamento rispetto alla definizione da parte di Anas di un piano occupazionale dei fabbisogni e che prevede a partire dal corrente anno circa 1.250 assunzioni, di cui una parte rilevante a tempo indeterminato, non possono che definirsi fortemente contrarie ad ipotesi di riassetto territoriale che vadano a danneggiare un territorio già notoriamente martoriato. Nel documento unitario diramato in data odierna dalle segreterie nazionali di categoria (e che si trasmette integralmente in allegato) si evince una forte contrarietà rispetto alle ipotesi di aggregazioni regionali (Abruzzo e Molise, Veneto e Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Valle d’Aosta), che, comporterebbe – si legge nella nota - un ridimensionamento non condiviso del ruolo di strutture aziendali efficaci e ben integrate nel territorio di appartenenza, riproponendone criticità e difficoltà gestionali.