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"Come fa il sindaco leghista Magnacca a presentare un libro su Impastato, simbolo della sinistra?"

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Non si può non ricordare che Impastato fu - come è scritto sulla sua lapide - “rivoluzionario e militante comunista” contro l’oppressione che il sistema mafioso esercita sulle masse popolari. “Il comunismo non è un oggetto di libera scelta intellettuale, né vocazione artistica. E’ una necessità materiale e psicologica”, sosteneva Impastato. E cosa significasse lo ha spiegato Salvo Vitale: con quella frase, Peppino Impastato intendeva affermare che “il comunismo è un elemento essenziale e basilare della condizione umana, legato alle caratteristiche biologiche dell’uomo, è un modo di esistere, è vita … Il comunismo … è la situazione ... in cui nessuno può essere libero o felice se accanto a lui o lontano da lui c’è qualche altro che non è libero o che soffre”.

Fa una certa impressione che in un comune come San salvo, a trazione leghista, la sindaca Tiziana Magnacca fresca di Lega presenti un libro su Impastato, simbolo della sinistra, un "rivoluzionario e militante comunista", fondatore del giornale "L'idea socialista", militante di PSIUP, Lotta Continua e Democrazia proletaria, che si è battuto contro la mafie, contro i soprusi, per i diritti umani, ed è stato assassinato mentre era candidato nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. La sindaca Magnacca, nell'affermare che Peppino Impastato è "un giornalista e un siciliano, che non dobbiamo celebrarlo solo per la sua lotta alla mafia ma anche per la difesa del territorio e a sostegno delle idee di uguaglianze e giustizia sociale, contro le discriminazioni e le sopraffazioni” non tiene conto che Impastato non ha mai detto né pronuncerebbe mai "prima gli italiani" mentre il suo partito, la Lega, riguardo alle discriminazioni fa esattamente tutto il contrario di quanto lei vorrebbe far intendere.

Una delle battaglie più importanti di Peppino Impastato fu quella contro la terza pista dell'aeroporto di Punta Raisi coi contadini. Lotte che oggi sono dei lavoratori a cui anche i suoi partiti (il vecchio e il nuovo) hanno tolto diritti, contro le guerre che i suddetti hanno sostenuto, contro basi militari e installazioni come il Muos (su cui i suddetti al massimo tacciono), contro la politica come conquista del potere per il potere in nome di clientelismo, accordi spartitori e simili e politici contigui a zone grigie, contro fascisti vecchi e nuovi. Uno dei depistatori delle indagini sull'assassinio di Peppino Impastato fu Antonio Subranni, condannato l'anno scorso nel processo di primo grado sulla trattativa stato mafia, mentre sua figlia Danila fu capo dell’ufficio stampa e portavoce del politico siciliano Angelino Alfano dal 2008 al 2018, successivamente capo della comunicazione di Forza Italia alla Camera. Come coniuga la sindaca Tiziana Magnacca la storia di Peppino con il partito al quale ha appena aderito? Non si può prendere dalla biografia di un uomo come Impastato solo la parte che si vuole.

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