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Parte la campagna di abbattimenti degli abusi edilizi nel Parco nazionale d'Abruzzo

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Oggi, con la prima demolizione, prende il via la campagna dell’Ente Parco, d’intesa con le Amministrazioni comunali via via coinvolte, per il recupero delle aree degradate da abusi edilizi realizzati in assenza o in difformità dal Nulla Osta del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Come previsto dalla legge nazionale sulle aree protette e da quella sull’edilizia, l’Ente Parco ha tra i suoi compiti quello di ordinare ai responsabili la demolizione degli abusi edilizi e, in caso di mancata esecuzione, di procedere direttamente addebitando poi le spese al responsabile, contestualmente viene anche acquisito al patrimonio del Parco il terreno su cui insiste l’abuso. A tal riguardo il Ministero dell’Ambiente ha assegnato appositi fondi per una efficace azione di ripristino dei luoghi alterati dagli abusi.

La prima demolizione, realizzabile dopo un complesso iter burocratico, si riferisce ad un agglomerato di baracche, costruite in modo completamente abusivo con materiali di recupero (lamiere, legno, cemento) per ricovero di animali, ai margini del paese di Pescasseroli, tra le belle praterie della Difesa. Il manufatto insiste addirittura su terreno comunale.

L’eliminazione degli elementi di degrado, oltre ad essere un obbligo di legge, costituisce un’azione fondamentale per rilanciare il turismo sostenibile e di qualità di tutto il territorio del Parco. Al tempo stesso, eliminare gli abusi, significa sostenere quei privati che svolgono le proprie attività nel rispetto della legge e delle regole edilizie.

Nelle prossime settimane proseguiranno le attività di demolizione di altri abusi edilizi con l’acquisizione dei terreni sui quali sono stati realizzati.

Demolire un abuso edilizio nel Parco non significa dunque penalizzare qualcuno o limitare le attività imprenditoriali dell’Area Protetta, ha dichiarato il Vicepresidente del Parco – Augusto Barile ‐ ma anzi costituisce elemento importantissimo per lo sviluppo delle attività svolte dagli albergatori, dalle guide escursionistiche e di tutti gli imprenditori che hanno scommesso, sull’esistenza del Parco e sul turismo sostenibile e di qualità.

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