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Chiusura senologia ad Atri, Lory a Colori: “Risvolti drammatici per i pazienti oncologici”

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Apprendiamo in questi giorni, che nell'ambito della riorganizzazione regionale del sistema sanitario ospedaliero, si è stabilito che a breve il servizio di senologia dell'ospedale di Atri, potrebbe essere trasferito all'ospedale di Teramo.

In quanto associazione attiva nella prevenzione oncologica e a supporto dei pazienti e delle famiglie di malati oncologici, sentiamo di dover dire la nostra in merito alla questione che, purtroppo, non risulta essere un caso isolato nell'Italia dei nostri giorni.

Si tratta di scelte intraprese sulla base di numeri di prestazioni eseguite, scelte meramente economiche che hanno risvolti drammatici a livello umano e sociale.

In territori cosi disomogenei per densità di popolazione e caratteristiche geografiche come quelle delle regioni Abruzzo e Molise, la vicinanza ad un ospedale, diventa fondamentale per chi si trova ad affronatare cure, trattamenti e controlli oncologici.

In un'epoca in cui sono protagonisti i diritti al lusso e alle comodità superflue, andrebbe tutelato uno dei diritti fondamentali dell'uomo: quello alla Salute. 

Siamo sinceramente in apprensione per questa evoluzione della Sanità Pubblica nel nostro Paese e nei nostri territori in particolare, laddove l'impegno nel volontariato dovrebbe contribuire solo a rafforzare aspetti fondamentali della lotta alle malattie oncologiche, si finisce per supplire alle mancanze del pubblico, lottando per quei diritti che dovrebbero essere tutelati dalla nostra classe dirigente a qualsiasi livello istituzionale.

Osserviamo da vicino nella nostra esperienza di volontariato, che i malati e i loro familiari, tra le tante difficoltà che devono affrontare,  quotidianamente, hanno bisogno di punti di riferimento, di certezze, di tutele, di sentire che possono concentrarsi solo nella lotta contro la malattia, non contro tutte le storture del sistema.

È per questo che chiediamo a tutti i livelli istituzionali di fermarsi e ragionare non solo in base a freddi numeri, perché nella Sanità pubblica i numeri sono persone, non tasselli da maneggiare senza alcuna attenzione.

 

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