LA MIETITURA (San Salvo anni '50) - La recente trebbiatura di un mio campo di grano, mi ha fatto ricordare la tradizionale mietitura praticata negli anni '50 del sec, scorso, quando essa veniva fatta a mano, con i classici strumenti di sempre: falce,martello, piccola incudine e cote. C'è da premettere che all'epoca la coltura del grano era molto diffusa, perchè era essenziale e dalla quale derivavano quasi tutti i fabbisogni delle famiglie. Per cui, quando arrivava l'estate e le messi erano ben dorate e pronte, quasi ovunque fervevano i preparativi per l'evento importante della mietitura che doveva svolgersi il più celermente possibile per limitare le probabilità che i tipici temporali estivi potessero procurare molti danni. L'orario di lavoro era scandito dal sole, si iniziava all'alba e si smetteva quasi al suo tramonto. Questo lungo periodo era interrotto più volte per permettere alcune pause indispensabili per la ristorazione e per ritoccare e affilare la falce. I buoni mietitori dosavano bene questi intervalli rifocillatori, facendoli coincidere con l'orario da loro previsto che, per questo, venivano definiti con un nome specifico corrispondente. Se ben ricordo, questi erano le pause con i relativi nomignoli. 1. Verso le ore 7.30, veniva praticata la "VIVITICCE", a base di pane e vino cotto. 2. Alle ore 9.00 circa, si faceva la "STUZZATT", con pane e salsiccia. o ventricina. 3. Alle ore 12.00 circa, c'era "LU PRANZ", a base di maccheroni, a volte con un pò di carne, che le donne preparavano la sera per poter essere cucinati la mattina seguente. Il tutto veniva confezionato e stipato in grandi canestri, spesso trasportati da loro stesse, collocandoli sulle loro teste. 4. Verso le ore 15.00 si fermavano per "LU MONTEPELLANT", per consumare un di cellipieni e vino cotto. Così ci si avviava verso sera, con molta stanchezza in corpo e con la consapevolezza di aver dato tutto, pronti per tornare a casa per la cena. Il lavoro della mietitura in genere era svolto da una squadra composta da almeno 4 validi mietitori, di cui uno di essi veniva chiamato "ANDINIR". Questi di solito era il padrone stesso del campo e si posizionava sempre di lato, un pò davanti agli altri, per tirare il lavoro sulla striscia del lato lungo del rettangolo d'oro fino alla sua uscita. Ogni mietitore possedeva una gestualità e destrezza incredibili nel tagliare e confezionare il grano in covoni, detti "MANUPPL" che successivamente dovevano essere riaggruppati in casette denominate "MANUPPILAR" . All'epoca molti braccianti in cerca di lavoro, provenienti anche da altri paesi dell'entroterra vastese, usavano radunarsi in prossimità dell'"ARCO DELLA TERRA" per essere reclutati e quindi presi a giornate. Non era raro assistere che in mancanza di richieste, qualcuno di essi si offrisse gratuitamente al solo scopo di poter partecipare alle pause rifocillatorie.