Mi e' parso doveroso segnalare che il giorno 14 settembre, presso la Sala prelievi dell'Ospedale di Vasto, mia moglie, nativa dell'Ucraina e cittadina italiana, ha ricevuto, prima dell'effettuazione dei prelievi ematici gia' ritualmente pagati all'Ente Ospedaliero, una richiesta di identificazione che l'addetta ai prelievi le ha rivolto invitandola ad esibire un documento di riconoscimento. Fermo restando il gravissimo abuso perpetrato dall'operatrice sanitaria, assolutamente priva di qualsivoglia facolta' e potere di identificare gli utenti della struttura ospedaliera, ritengo opportuno e doveroso sollecitare la riflessione sul clima di vergognosa intolleranza che imperversa in Italia. L'odio non e' un sentimento innato nell'animo umano ma un virus astutamente diffuso e propagato per annebbiare e istigare le menti: con la conseguenza che colui che si sente incentivato ad abusare del potere sconfina facilmente nel ritenere di potere abusare delle persone.