«Dobbiamo porci il problema di come assorbire il carico assistenziale di una popolazione che sta invecchiando a fronte di un corpo professionale sempre più limitato numericamente»: è uno dei temi posti dal direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, nell’incontro con i rappresentanti dei sindacati dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e degli specialisti ambulatoriali, ai quali ha proposto «un’alleanza strategica».
Schael anche in questa occasione si è messo “in ascolto” delle priorità indicate dai sindacati: «La rete ospedaliera è sostanzialmente definita - ha spiegato -, quella territoriale è tutta da inventare e su questo possiamo aprire un confronto di idee».
Tra le priorità indicate dalla categoria vi è stata quella di «restituire ai medici l’entusiasmo di fare il loro lavoro», accanto a questioni puntuali, con i rappresentanti che hanno evidenziato il grande ruolo svolto dai medici di medicina generale nel contenere le liste di attesa: «Siamo il primo front office dell’Azienda», hanno rivendicato, chiedendo di essere coinvolti anche nella progettazione dei processi.
E’ stato posto il problema della carenza e della distribuzione disomogenea dei pediatri tra le varie zone e della necessità di sviluppare la tecnologia informatica. Su quest’ultimo tema Schael ha indicato che proprio in questi giorni è stato attivato progetto per la digitalizzazione della Asl. Anche sul rafforzamento della medicina specialistica ambulatoriale nei distretti sanitari il direttore generale ha assicurato un nuovo piano con le relative commissioni. Sollecitato anche l’adeguamento degli ambulatori nei quali operano i medici della continuità assistenziale.
«Il futuro della sanità è spingere sul territorio e questa Direzione aziendale intende costruire un’alleanza strategica tra i protagonisti che vi operano - ha detto Schael -. Dobbiamo trovare anche in questa provincia nuovi modelli e una visione, da trasformare in un secondo tempo in un accordo. Ho percorso questa provincia per conoscerne di persona limiti e potenzialità, dobbiamo avere un approccio flessibile, non esiste un’unica soluzione valida per tutti i territori, i Comuni più piccoli hanno esigenze diverse dai centri maggiori. Le forme associative tra i medici (Uccp), ad esempio, funzionano meglio in città, meno bene nelle zone scarsamente abitate».
L’invito del manager Asl è a «non limitarci a difendere il passato. Dobbiamo pensare più ai processi che ai setting assistenziali - ha aggiunto -, ovvero lavorare sui percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, sugli obiettivi di salute, misurare i risultati. Sono qui per capire. Non sono arrivato portando i modelli altre regioni. In una regione che non ha molte risorse abbiamo un budget definito, ma dentro quell’ammontare si può “giocare”. Dobbiamo spostare le risorse e investire sul territorio, ma partendo da un contratto di medicina del territorio che considero economicamente adeguato rispetto a quello di altre regioni e che possiamo prendere come base di partenza per negoziare».