La prima puntata del 70º Festival di San Remo ha indicato dalle prime battute l'argomento di discussione. Piaccia o meno Achille Lauro riesce a far parlare di se facendo praticamente sua la scene mediatica. L' eclettico artista, dopo l'edizione passata in cui si era imposto prima con il suo aspetto e i suoi tatuaggi e successivamente con il senso della canzone "Rols Royce" ( forse un inno alle droghe, in particolare ad una forma di ecstasy denominata appunto come la celeberrima casa automobilistica inglese), è riuscito anche quest'anno a dividere l'opinione pubblica semplicemente indossando un improbabile mise.
Un giovane artista inserito in un contesto sicuramente dedicato a persone piuttosto adulte, questo forse proprio per cercare il confronto tra le generazioni, ed è risaputo che il confronto generazionale porta a lunghe discussioni, quelle discussioni che amplificano e mettono il personaggio sulla rampa del successo ( prima ancora di valutare la musicalità e lo spessore dei brani proposti).
Quindi Achille Lauro è un "fenomeno" e a Noi resta solo se intendere l' aggettivo in eccezione positiva o negativa.