In Italia vige una condizione di inedita emergenza dichiarata il 31 Gennaio dal Ministero della Salute. Nel mese di Febbraio si è manifestata con forza e drammaticità la situazione della diffusione del virus nel Nord, soprattutto all’interno degli ospedali. Alcuni medici e operatori hanno rischiato la vita per salvare vite, altri l’hanno purtroppo persa. Alcuni pazienti delle cliniche hanno pagato l’essere ricoverati in strutture che non erano in condizione di proteggerli.
In provincia di Chieti la Asl non fornisce, ancora ad oggi 25 Marzo, protezione ai suoi dipendenti e collaboratori, ne tantomento somministra tamponi ai soggetti a rischio che sono a contatto con i pazienti.
Perché in questi mesi la Regione non si è organizzata per avere dispositivi adeguati e per individuare in via preliminare i presidi da destinare all’emergenza?
I sindacati hanno inviato diffide alla Asl per la messa a disposizione di DPI senza alcuna risposta né dalla Direzione Sanitaria, né dalla Regione né dall’Assessore competente. Oggi la CIGL scrive al Prefetto per chiedere un intervento immediato a salvaguardia dei medici, degli operatori, dei pazienti ricoverati e dei familiari di ciascuno di loro.
Sono stati infine affidati a una ditta di conoscenza 40mila euro per la comunicazione, ma la pubblicità istituzionale non copre il buco organizzativo e di sicurezza della Asl. Bisognerà capire se la linea di comando e gestione sarà stata all’altezza del compito. Chiederemo ai nostri eletti di seguire la vicenda.
Con la salute non si scherza!