Negli ultimi giorni la trasmissione Report ha alimentato un dibattito relativamente all'impatto che gli allevamenti zootecnici intensivi avrebbero sull'ambiente. A prendere parola è il presidente Cia Abruzzo Mauro Di Zio, che spiega: "Nel rigoroso rispetto delle stringenti normative, l'applicazione di buone pratiche agronomiche ed il corretto spandimento delle deiezioni animali, concorrono al fondamentale apporto di materia organica nel terreno che ne è sempre più carente, preservandone fertilità e capacità di assorbire carbonio e di trattenere acqua". Si riferisce alla concimazione del terreno con lo stabio animale, da sempre impiegato nella coltivazione di orti e terreni destinati alla produzione dell'ortofrutticolo. Di Zio continua: "In Abruzzo la zootecnia è caratterizzata da forme di allevamento tradizionale e molto spesso estensivo, a totale beneficio della manutenzione del paesaggio e del territorio. La pastorizia, con la sua esperienza fatta di valori, identità , sostenibilità può ancora oggi rappresentare una opportunità per aree interne. Sarebbe opportuno richiedere la certificazione IGP su uno dei prodotti più amati e identitari: l'arrosticino d'Abruzzo". Ogni anno si producono decine di milioni di arrosticini e il marchio IGP potrebbe rappresentare un'ottima opportunità per il settore, poiché tutela e valorizza i processi tradizionali di lavorazione. Di Zio conclude: "La certificazione richiesta dovrà rappresentare un valore aggiunto per gli allevatori del territorio, che potranno essere chiamati ad incrementare la consistenza e modificare l'indirizzo produttivo. Oltretutto la recente crisi dei consumi ha portato molti di loro ad allevare le agnelle invendute come future fattrici".