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Andrea - SEI LIBERO DI SCEGLIERE

Piccole fiamme di Creatività. Condivisione di spazi di cuore dei Giovani di Azione Cattolica Parrocchia San Nicola

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Caro amico mio,

figlio dei tempi attuali, credo sia giunto il momento dell’ascolto. Capisco il tuo impeto, la tua energia vitale, quel potente carburante chiamato gioventù, ma siediti, beviamo qualcosa, parliamo. Cosa hai combinato oggi? Ti sei guardato attorno? Hai portato a termine tutto quello che ti eri prefissato? Ah no, coi tempi che corrono è impossibile programmare; che sciocco romantico che sono! Hai ragione, oggi il tempo si è drasticamente ridotto e corre superando perfino la barriera del suono. Sai, mi piace definire la tua generazione, quella dello smart, quella del social, interamente figlia del millennio che inizia col numero due, come turbo-propulsiva. Turbo nel senso stretto del termine, quello latino “turbo-turbinis”: voi siete quelli che procedono vorticosamente. Per carità, non te ne voglio fare una colpa, ognuno di noi è figlio del proprio tempo e, da umano, fa prevalere lo spirito di adattamento. Legge di Natura, la chiamano cosi i filosofi ma puoi chiamarla semplicemente sedentarietà 2.0. Hai ragione, perdona la mia insolente saccenteria, è un accostamento ossimorico bello e buono. Ti starai chiedendo come mai ho avuto la presunzione di accostare questi due termini praticamente opposti. Ti dirò, non esiste definizione più calzante: andate spediti e diretti come un treno ad alta velocità e, spesso e con le dovute eccezioni (lo sottolineo), non avete la forza di poter dire di no a quella regola tanto sciocca del “lo fanno tutti lo devo fare per forza pure io”. Ah beata adolescenza, benedetta la santa e genuina vostra spensieratezza! Goditela, perché è il tratto caratteristico della più bella stagione della vita. Te lo ripeto: stai attraversando la più bella, interessante e avvincente stagione della tua vita! Per questo non voglio bloccarti, ma aspetta, vai un po’ più piano, assapora gli attimi di questo Dono Meraviglioso. Hai capito bene anche stavolta: Dono Meraviglioso. Sai, per la mia generazione, quella nata negli anni ’80, quella ibrida, perennemente in bilico tra l’analogico e il digitale, inizia ad essere difficile starvi dietro, ma ne sono sicuro, con un po’ di tempo in più, ci arriviamo. Infatti ho scoperto da poco che la maturità altro non è che la capacità di saper arrivare a destinazione, ma non nel senso fisico di un luogo ben preciso. Si diventa maturi quando si possiede la consapevolezza della proprie capacità, quando la si mette in pratica ed infine sta ad ognuno di noi rendere bella la propria creatura, ognuno secondo le proprie naturali inclinazioni; voi, ragazzi di questo oggi, siete degli splendidi maestri in questo settore. Però ad ognuno il suo tempo, come recita quel passo del Qoelet, lo conosci? "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere,un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere,un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare,un tempo per la guerra e un tempo per la pace".(Qoelet 3, 1-8).Lo sapevo, sei rimasto a bocca aperta anche tu, è talmente bello che questa è la reazione di tutti coloro che leggono o ascoltano queste parole per la prima volta, anche la mia te lo confesso. Si è vero, anche io sono stato turbo-propulsivo esattamente come lo sei tu, ho fatto le mie cazzate, mi sono tirato la zappa sui piedi e alla fine eccomi qua. Non ti sto chiedendo di non sbagliare, sarebbe un peccato imperdonabile da parte mia. Ti sto semplicemente mettendo in guardia dai pericoli che la società attuale ci serve su un piatto d’argento come pietanza prelibata alla quale non si può rinunciare. Abbi coraggio, forza, distinguiti, alza la testa ed immergiti pienamente nello “spettacolo più grande dopo il big bang”(mi perdoni Jovanotti per il furto). Quando penso all’oggi, mi torna alla mente la magistrale interpretazione di Jim Carrey nel film capolavoro di Peter Weir intitolato “The Truman Show”. Lì, il confine tra il mondo reale e quello virtuale aveva i contorni di un set cinematografico tanto che, passata l’illusione, al protagonista è bastato semplicemente uscire da una porta per tornare finalmente alla vita. Oggi, in effetti, non è poi così diverso da quel contesto fantascientifico. Siamo tutti (mi ci metto in mezzo pure io) schiavi di un grande fratello invisibile che ha il volto del consumismo, che ci ammalia, ci addolcisce con le sue carezze elettroniche e ci tiene buoni davanti ad uno schermo a contemplare una falsa proiezione di noi stessi in un mondo che è sempre di più l’insieme di quello che io, di quello che tu e di quello che tutti gli altri vorrebbero essere pagando il caro prezzo dello snaturare se stessi. Certo, anche con un cellulare in mano si può creare e fare il bene, ma attenzione, è solo un mezzo e, come tale, bisogna usarlo con prudenza. Allora fermati un secondo, sfrutta la tua naturale inclinazione turbo-propulsiva per arrivare ad essere, prima di me, colui che spalanca gli occhi al bello. Apri anche tu la porta di questo enorme set cinematografico ed inizia ad assaporare il gusto, i profumi, le carezze della Vita. Come? Sii semplicemente te stesso, cammina, sbatti, cadi, rialzati, gioisci, piangi, ridi, canta, balla ed ama te e chi ti sta intorno perché senza amore tutto è privo di senso. Ed infine, non dimenticare mai di essere grato a Colui che, a differenza del grande fratello, ti ha donato la Terra come casa e che soprattutto ti dice sempre: "Sei libero di scegliere". Amico mio, ti chiedo scusa se mi sono dilungato troppo, ma sentivo un’irrefrenabile voglia di non tacere. Adesso però lo faccio, sto zitto.

A presto Amico Mio

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