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L’Abruzzo in cucina: la Ratafià

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La ratafià è un liquore antico e nobile, celebrato anche da Gabriele D’Annunzio. Ottimo anche per cocktail da fare in casa era chiamato il “liquore dei notai”.

Della ratafia abruzzese si hanno tracce fin da metà Ottocento, quando lo scrittore teramano Alessio de Berardinis legava l’elisir a base di amarene e Montepulciano d’Abruzzo alla stipula degli atti. Da qui la frase: ut rata fiat. Una stretta di mano e un brindisi con un bicchiere di “sangue morlacco”, nome d’effetto ideato da D’Annunzio.

Ingredienti:

  • 1 kg di amarene
  • 1 litro di Montepulciano d’Abruzzo, 300 g di zucchero, 300 g di alcol, 1 stecca di cannella.

Procedimento:

Lavare le amarene, asciugarle e privarle del nocciolo. Metterle in un boccione di vetro con l’imboccatura larga, aggiungere il vino e la cannella. Far macerare il composto esponendo possibilmente il contenitore al sole per 40/50 giorni. Filtrare il liquido con una garza, aggiungere lo zucchero mescolando bene per un paio di giorni e unire l’alcol. Lasciar riposare per qualche giorno e procedere all’imbottigliamento del liquore. Che va bevuto non prima di 4/5 mesi.

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