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Aree interne, Litterio: "Bene l'Osservatorio, ma servono azioni concrete"

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In questi giorni giungono buone notizie per l’Abruzzo e, soprattutto, per le aree interne. E’ un’ottima notizia il regredire del virus e la progressiva diminuzione dei contagiati e dei ricoverati. Nei Comuni interni e montani il virus è comparso appena, non ha trovato terreno per riprodursi e quindi si è rassegnato a scomparire. Il fenomeno è significativo: nel territorio interno e montano l’assembramento è molto limitato, gli stili di vita corretti, le condizioni ambientali da invidiare.

Questa situazione generale ha riproposto il ruolo delle piccole Comunità del territorio interno e la loro insostituibile funzione di elementi funzionali alla crescita equilibrata dell’intera Regione.

Anche gli “Stati Generali”, e quindi il Governo Nazionale, si stanno occupando delle aree interne all’interno del documento progettiamo il rilancio”. Il capitolo si chiama “equità sociale”. Speriamo che i “tecnici” che lo scrivono vivano o abbiano idee chiare della vita nelle zone interne.

Il Movimento di difesa delle zone interne con la sua attività più che decennale ha rilevato lo squilibrio monte-valle, attraverso studi, ricerche e proposte. Ha evidenziato soprattutto la necessità del cambiamento di “metodo” nella gestione politico-amministrativa della Regione. Ha più volte denunciato (ed anche in occasione di eventi importanti come le conferenze per le zone interne) il “metodo” di erogare i servizi in base al numero degli utenti, là dove di utenti ce ne sono pochi, (e sappiamo perchè), limitando il diritto alla cittadinanza garantito dalla Costituzione.

E’, dunque, una buona notizia anche l’istituzione dell’Osservatorio per le aree interne, giusta soddisfazione anche dell’Assessore Liris, primo firmatario con delega alle aree interne.

Nella delibera della Giunta Regionale si evidenziano due cose: 1) la politica regionale si fa carico di trovare soluzioni all’attuale squilibrio economico e sociale tra le zone costiere e quelle interne e montane riconoscendo la disattenzione storica e relativi comportamenti di colpevole trascuratezza per le risorse ambientali e culturali, rimaste fino ad oggi ignorate. 2) L’obiettivo a cui l’Osservatorio tende sembra condivisibile, perché vuole raccogliere ed accogliere le istanze del territorio ed applicare una concreta politica di sviluppo locale.

Nell’ultima riunione a distanza tra collaboratori del Movimento è emersa una certa diffidenza che possiamo così sintetizzare: ma come, bisogna ancora conoscere i bisogni, studiare le situazioni al suolo, raccogliere elementi sulle attuali condizioni e come si sono determinate storicamente?

Certo le risorse economiche e finanziarie su cui si fa affidamento devono essere collegate a piani di sviluppo e a tutta la letteratura delle motivazioni che costituisca la base delle richieste successive.

Bene, ma vi sono alcuni indirizzi che vanno applicati da subito e che possono segnare l’effettiva volontà di interventi risolutivi; qualche esempio: a) l’Ufficio scolastico regionale anche per le zone interne determina il numero delle classi sulla base del numero degli iscritti. Di conseguenza abbiamo classi con sezioni accorpate di 25-30 alunni ed altre classi diventano “plurime”, classi “pollaio” in tempo di Coronavirus.

b) Uffici postali diventano “a giorni alterni” con file di utenti assembrati all’esterno, ad aspettare la grazia di poter pagare una bolletta.

c) Nelle zone interne è molto difficile anche lavorare a distanza perché mancano mezzi e sistemi di comunicazione per connessioni internet veloci e funzionali.

Alcuni indirizzi si posso cominciare a modificare, con la persuasione e la comprensione, con la sollecitazione al rispetto dei cittadini. Da questi segnali potremo capire se, con l’Osservatorio, si comincia a fare sul serio, come ci auguriamo.

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