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"Canti della Natura" la mostra nel Parco nazionale della Majella

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La mostra, visitabile fino al 4 ottobre 2020 presso l'Abbazia di Santo Spirito al Morrone di Sulmona, voluta e curata dalla dottoressa Lucia Arbacegià direttrice del MUNDA, propone una riflessione sull'attività di due artisti di generazioni diverse che hanno maturato un rapporto speciale con la loro terra, facendo tesoro dei prodotti della natura nella loro elaborazione creativa.

Sono esibiti alcuni capisaldi dell'attività condotta a Roma negli anni Sessanta e Settanta da Sebastiano A. De Laurentiis (1938-2018), acquistati nel 2012 per la raccolta d'Arte contemporanea del MuDA, in una scultura nel 1965, "le uova rinserrate nel duro e spinoso filo di ferro... si difendono e... vengono brutalmente mortificate. Tra pietà e dolore, tra protesta e sofferenza" [L. Tundo in Arte e Poesia].

Le grafiche testimoniano la straordinaria padronanza della tecnica incisoria, approfondita presso la Calcografia Nazionale con Maurizio Calvesi. Notevoli le incisioni a più strati appartenenti alla serie I muri d'Italia, mentre in altri raffinatissimi fogli affiora l'amore per la Natura, che dagli esordi agli ultimi anni non ha abbandonato De Laurentiis, operoso fino all'estate 2018 nella natia Roccascalegna. In tempi recenti la sua ricerca d'artista si era orientata verso un confronto costruttivo con il magico territorio solcato dai fiumi Sangro e Aventino, a est della Majella. Le sue installazioni Solidarietà e I canti della terra sono state documentate con magistrali scatti dal grande fotografo Gianfranco Gorgoni, recentemente scomparso a New York, al quale in mostra si rende omaggio.

Egualmente Luigi D'Alimonte (Pescara 1967, attivo a Cugnoli) manifesta un grande amore per le sue montagne, utilizzando la pietra della Majella, nella tipologia cosiddetta rustica e nell'altra detta paglierina, che diventa leggera come una carta da musica evocando flauti di Pan e soffi di vento. L'artista svuota la materia e la rende impercettibile, quasi diafana, generando forme di grande forza evocativa. Notevoli i suoi lavori più recenti: Un giro più della logicaTraslazione forzata verso il centro di due angoli apposti, Confezione ingannevole, Doppia coppia, ora proposti senza titolo. Viene così lanciata la sfida ad ogni potenziale ammiratore di questo scalpellino-artista, abile e tenace, figlio di una terra operosa, culla di antiche civiltà. Uscito allo scoperto da appena una decina d'anni, D'Alimonte è cresciuto nel tempo. Trovata la giusta strada, liberata la pietra da troppi ingombri, dismessi gli accenti virtuosistici, ormai sfiora la poesia

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