Degli otto punti monitorati sulla costa, la metà risulta oltre i limiti di legge. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
È questa in sintesi la fotografia scattata lungo le coste dell'Abruzzo da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. Dati diffusi nel corso di una conferenza stampa tenuta stamane presso la riserva regionale Lecceta di Torino di Sangro.
Per la prima volta quest'anno la campagna ambientalista non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell'imbarcazione, che si prende una piccola pausa nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia. Il viaggio ideale lungo la Penisola vive infatti di una formula inedita, ma che ugualmente punta a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e sugli abusi che minacciano le coste italiane.
La 34esima edizione di Goletta Verde vede come partner principali CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Partner sostenitore è invece Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio. La campagna 2020 è inoltre realizzata con il contributo di Fastweb. Media partner è la Nuova Ecologia.
È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Le località costiere, inoltre, spesso pagano problematiche che si estendono fino ai comuni dell'entroterra. La denuncia sulle carenze depurative da parte di Legambiente vuole provare a superare questo deficit cronico, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori.
Il monitoraggio delle acque in Abruzzo è stato eseguito 29 e 30 giugno scorsi da volontari e volontarie dell'associazione.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
In Abruzzo sono stati due i punti campionati in provincia di Teramo. Fortemente inquinato il punto sulla foce del fiume Vibrata, in località Villa Rosa, tra i territori comunali di Martinsicuro e Alba Adriatica. Entro i limiti, invece, il punto sulla spiaggia di fronte “Thaon” sul lungomare Zara a Giulianova.
Due anche i punti indagati in provincia di Pescara, entrambi risultati entro i limiti di legge. Si tratta della spiaggia vicino la traversa IV, a cento metri a sud del fiume Saline, nel comune di Montesilvano, e della spiaggia in corrispondenza di piazza Primo Maggio a Pescara.
Quattro, infine, i punti monitorati in provincia di Chieti, di cui solo uno risultato entro i limiti previsti dalla legge: la foce del fiume Sinello a Casalbordino. Sono stati giudicati “fortemente inquinati” i punti sulle altre tre foci in provincia: quella sul fiume Alento a Francavilla al Mare, sul fiume Feltrino, a Marina di San Vito nel comune di San Vito Chietino e sulla foce del canale in località “La foce” a Rocca San Giovanni.
È inoltre utile sottolineare che quattro delle cinque foci monitorate, essendo non balneabili, non sono campionate dalle autorità competenti, e rappresentano per questo le criticità che invece sono l'obiettivo specifico della campagna estiva di Legambiente.
È da notare come tutte le foci risultate “fortemente inquinate” nel chietino siano a ridosso dei lidi sia attrezzati che di spiaggia libera, in cui la potenzialità il potenziale afflusso di bagnanti nei pressi dei punti è stata definita “alta” dai tecnici di Legambiente.
“Il quadro delle acque abruzzesi conferma la necessità di attenzionare le criticità in alcuni punti della costa dei Trabocchi, che conserva ad ogni modo le tre vele della Guida Blub – ha commentato Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo – sarà necessario implementare una strategia condivisa con tutti gli attori interessati e compiere uno sforzo ulteriore, al fine di migliorare la qualità di un territorio al centro dello sviluppo turistico della Regione”.
Il monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti da tecnici e volontari di Legambiente. L'ufficio scientifico dell'associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli). Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
Permangono le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora completamente adottata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Solo sulla foce del fiume Vibrata (sulle cinque foci analizzate) è presente il cartello che indica il divieto di balneazione, mentre nelle tre spiagge monitorate è assente l'obbligatorio cartello di informazione sulla qualità delle acque.
Anche per l’edizione 2020 il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Legambiente, Goletta Verde e di Goletta dei Laghi. Nel 2019 il CONOU ha provveduto in Abruzzo alla raccolta di 3.229 tonnellate di olio lubrificante usato. L’olio minerale usato è un rifiuto pericoloso che, se smaltito impropriamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Se gestito e rigenerato correttamente, può divenire una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti.
“Preservare l’integrità degli ecosistemi acquatici è un obiettivo centrale per il CONOU, impegnato da 36 anni ad evitare che un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato possa danneggiare i nostri mari e laghi. Basti pensare che, dall’inizio della sua attività, il Consorzio ha salvato dall’inquinamento una superficie grande due volte il mar Mediterraneo” dichiara Paolo Tomasi, presidente del CONOU.