A quale problema mi riferisco?
Questo, probabilmente, sarà l’interrogativo che immediatamente si porrà chi vorrà dedicare qualche minuto a queste mie considerazioni.
Perciò ho deciso di premiare la costanza di chi si ostina a venirmi dietro (bontà sua, e perciò lo ringrazio), almeno per il tempo necessario a leggere quello che scrivo.
Ed eccolo qua, quello che per me è il vero problema della città di San Salvo, una peculiarità già da me più volte segnalata (posso anche aver sbagliato, certamente... ma non credo).
Parlo di quella sorta di endemica ‘rassegnazione’ (l’ho anche definita ‘assuefazione’) che caratterizza la popolazione sansalvese, nel senso della sua incapacità o della mancanza di voglia di reagire a certi fatti, abitudini, comportamenti, provocazioni!
Ne avevo fatto cenno già nell’ormai lontano 13 giugno 2017 (leggi) quando avevo parlato di una sorta di mummificato status quo, immodificabile per definizione, cui l’intera città mi sembrava essersi arresa. A cominciare dalle due sponde della politica locale, capaci solo (a mio giudizio) di becchettarsi reciprocamente con pretestuose, sterili polemiche fini a sé stesse, che mi rimandano ai polli che il Renzo manzoniano portava in omaggio ad Azzeccagarbugli. Becchettarsi, in mancanza di meglio, ora anche per interposta Istituzione/Amministrazione (Regionale o Provinciale, alternativamente di centrodestra o centrosinistra, secondo convenienza)... recentissima è la polemica sui dissesti stradali.
Me n’ero occupato anche recentemente, il 14 febbraio scorso (leggi) e il 20 successivo (leggi) quando, cioè, avevo inutilmente sperato che almeno qualcuno, fra i soggetti cui mi ero rivolto, volesse replicare a quanto scrivevo, anche soltanto per dimostrare che le mie erano idee peregrine, gratuite illazioni o quant’altro avessero legittimamente deciso che potessero essere.
E invece niente, nemmeno per replicare alla mia provocazione, che rimandava a un innocente, consolidato, popolarissimo modo di dire: “Domandare è lecito, rispondere è cortesia”. Niente, nemmeno per cortesia!
Non mi dispiacerebbe leggere (e, quindi, eventualmente imparare) quello che in tema di ‘trasparenza’ gli amministratori e/o i politici locali (ma anche i cittadini e i frequentatori di questo sito) avessero voglia di dire a proposito di quanto ho segnalato circa l’applicazione in questo Comune delle previsioni di cui al comma 1 dell’art. 14 D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 (meglio noto come ‘Decreto trasparenza’), modificato dal D. Lgs. 97/2016 (leggi).
Spero davvero che qualcosa succeda, anche perché di trasparenza e legalità (anche in tutt’altri ambiti), sono recentissimamente ritornati a parlare tanto la voce dell’opposizione (leggi) quanto la voce ufficiale del Comune (leggi).
Due ‘competitor’ che, però, ancora una volta riesco a vedere accomunati da un solo particolare: un uso della lingua italiana che a me pare quanto meno ‘disinvolto’.
Per concludere, e giusto per citare:
era il 1959 e Nino Manfredi, nei panni di Bastiano (il barista di Ceccano) diceva: “Fusse che fusse la vorta bbona?”. Faccio mia la domanda e spero che, davvero, possa trattarsi della volta buona... che ci sia, insomma, un riscontro, una reazione... quale che sia, da parte (almeno) di qualcuno!
P. S. E, a proposito di legalità alla Marina: non sono contravventori della legalità anche tutti gli automobilisti che ogni giorno posteggiano abusivamente, invadendo la strada che costeggia il Giardino Botanico Mediterraneo e il Biotopo Costiero, creando pericolo e intralcio alla circolazione? E allora, multiamo anche loro!