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'Sanitopoli abruzzese': fine dei domiciliari per gli indagati, ora c'è l'obbligo di dimora

redazione
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Dalla misura degli arresti domiciliari a quella dell'obbligo di dimora: è questa la decisione del Tribunale del Riesame dell'Aquila che si è pronunciato oggi sui ricorsi presentati contro l'ordinanza del Gip Maria Michela di Fine che aveva trasformato la detenzione in carcere in arresti domiciliari degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla 'Sanitopoli abruzzese' che ha decapitato buona parte di quello che era il governo regionale di centrosinistra guidato da Ottaviano Del Turco. L'ex presidente della Regione Abruzzo è coinvolto nell'inchiesta sullo scandalo della sanità abruzzese che il 14 luglio scorso si concretizzò con gli arresti di assessori, consiglieri, consulenti, oltre allo stesso Del Turco. Obbligo di dimora, dunque, disposto per Del Turco e per gli altri indagati ancora ai domiciliari: si tratta di Lamberto Quarta, ex segretario regionale alla presidenza della Giunta regionale, Camillo Cesarone, ex capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, l'ex assessore regionale alle Attività produttive Antonio Boschetti (nella foto) e Giancarlo Masciarelli, ex presidente della Fira. Alcuni giorni fa il Riesame aveva rimesso in libertà l'ex assessore alla Sanità della Giunta di centrodestra Vito Domenici, detenuto ai domiciliari. In precedenza erano stati rimessi in libertà Bernardo Mazzocca, assessore alla Sanità della Giunta Del Turco ed il suo responsabile di staff Angelo Bucciarelli, ex segretario del Pd a Vasto. Nei prossimi giorni verrà valutata la posizione dell'ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga. Sono state le dichiarazioni del 'corruttore pentito' Maria Enzo Angelini, titolare della clinica Villa Pini di Chieti, a dare il via all'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Pescara. L'imprenditore ha raccontato di aver pagato tangenti, per circa 15 milioni di euro, in cambio di favori per la sua attività nel campo sanitario privato a politici di destra e di sinistra. Le accuse con cui si dovranno confrontare gli indagati, nelle prossime fasi processuali, vanno dall'associazione per delinquere al riciclaggio, dalla concussione alla corruzione.
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