ALTO VASTESE - Preannunciano una valanga di richieste di rimborso i residenti nei comuni dell'Alto e Medio Vastese, dopo la sentenza della Corte Costituzionale con la quale è stata sancita la incostituzionalità della tassa sulla depurazione delle acque nei centri dove questo servizio non viene effettivamente erogato.
In molti dei comuni di zona, esempio emblematico Schiavi di Abruzzo, gli impianti per la depurazione delle acque non sono attivi. Le strutture sono state realizzate, con ingente dispendio di denaro pubblico, ma non sono mai entrate in funzione. Gli scarichi della fogna finiscono così direttamente nei torrenti che poi sfociano nel fiume Trigno, in spregio alle regole di tutela ambientale e alle leggi sanitarie. E oltre al danno, la beffa: la tassa di depurazione deve essere versata dai cittadini, è un obbligo. Una situazione palesemente illogica, divenuta ora anche illegittima, finalmente, dopo la recente sentenza.
''La Corte Costituzionale, con sentenza n.335/2008 depositata il 10 ottobre, - spiegano dalla Federcontribuenti - stabilisce che la quota riferita al servizio di depurazione delle acque, non è dovuta nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianto di depurazione o questo sia temporaneamente inattivi. La sentenza è stata emessa in seguito ad una questione di legittimità costituzionale sollevata dal Giudice di Pace di Gragnano in un giudizio che vedeva un privato cittadino contestare come non dovuta la quota di depurazione di acque reflue da lui pagate in quanto la società di gestione del servizio idrico aveva richiesto il pagamento pur non avendo effettuato né potendo effettuare il servizio per mancanza degli appositi impianti''.
Insomma, proprio come a Schiavi di Abruzzo e a decine di altri comuni nel Medio ed Alto Vastese.
''Il minor gettito derivante dal mancato introito non comporterà difficoltà finanziarie al Comune, - precisa Federcontribuenti - perché la tassa doveva essere accantonata in uno specifico capitolo di bilancio per essere utilizzata per l'eventuale costruzione di impianti di depurazione. Ai contribuenti residenti nei Comuni che non sono dotati di impianti di depurazione o che pur avendoli sono inattivi, questa decisione della Suprema Corte consente di detrarre dal totale della bolletta la quota riferita alla depurazione, alle sue addizionali e all'Iva relativa''.
Una sentenza che potrebbe innescare una reazione a catena, con migliaia di richieste di rimborsi, in tutti i comuni dell'entroterra Vastese.
A tal fine Federcontribuenti ha attivato una linea di consultazione diretta con i cittadini, che potranno inviare messaggi di posta elettronica all'indirizzo federcontribuentibn@interfree.it, i contribuenti saranno tutti ricontattati.
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