Cassa integrazione e rischi per l'occupazione: sono parole, tutt'altro che confortanti, che da un po' di tempo a questa parte circolano con sempre maggiore insistenza, anche nell'area Vastese. Segno, inequivocabile, di una fase di sofferenza, produttiva ed occupazionale, che 'disegna' uno scenario nient'affatto incoraggiante ed anzi estremamente preoccupante per la realtà di questo territorio. Una situazione di crisi che sta investendo, quasi in una sorta di 'effetto domino', quelli che sono i maggiori insediamenti lavorativi della zona, in modo particolare i 'colossi' Denso e Pilkington di località Piana Sant'Angelo a San Salvo con, di riflesso, il coinvolgimento di altre imprese ed aziende dei relativi indotti che fanno riferimento e affidamento anche e soprattutto sulle commesse che ricevono dalle succitate sedi locali delle due multinazionali. E' soprattutto la crisi del mercato dell'auto a far sentire i suoi più deleteri effetti in zona. E sia la Denso che la Pilkington (per la produzione di componenti la prima e di vetri e parabrezza per auto la seconda) sono pienamente ricomprese in questo delicato 'andazzo'. Per l'azienda vetraria in particolare, negli ultimi tempi, oltre alla cassa integrazione, si è apertamente parlato del rischio concreto di chiusura di alcuni reparti con la conseguenza dei mancati rinnovi di contratti per numerosi giovani interinali ed il rischio di perdita del posto per almeno cento lavoratori inseriti nel ciclo produttivo. E la politica, almeno finora, sembra essersi dimenticata di quel che sta avvenendo. La campagna elettorale distoglie forse l'attenzione? Intanto, proprio in riferimento alla situazione alla Pilkington, a dare ulteriore corpo alla fase di tensione che è di questi giorni ci sono anche non poche rimostranze da parte dei lavoratori sulla gestione della cassa integrazione che assume contorni diversi da quelli inizialmente programmati negli incontri tra vertici e Rsu. Lavoratori costretti alla cassa integrazione o in alternativa alle ferie per un numero di settimane maggiore di quelle concordate. Ed il grave, si lamentano alcuni operai, è che i sindacati, nonostante interpellati, avrebbero abbandonato i lavoratori a se stessi. I 'campanelli d'allarme', evidentemente, davvero non mancano.
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