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Il 21 novembre è la giornata nazionale degli alberi. La "2° geofesta" nell'aspirante geoparco Majella

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Il 21 novembre ricorre la Giornata Nazionale degli Alberi, riconosciuta dalla Legge n.10 del 14 Gennaio 2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi urbani) ed istituita per far riflettere sull’importanza degli alberi per la vita dell’uomo e dell’ambiente. Questi, infatti, svolgono diverse importanti funzioni ecologiche tra cui la produzione di ossigeno, il miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo (incamerando inquinanti), la protezione del suolo e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Inoltre, assorbendo anidride carbonica, contribuiscono a contrastare il riscaldamento del pianeta e quindi ad arrestare, o perlomeno a ridurre, il cambiamento climatico. E’ necessario, quindi, cercare di favorire il più possibile la comprensione di quanto sia fondamentale prevenire e/o mitigare, anche attraverso l’utilizzo di piante, le conseguenze di eventi sempre più frequenti e dannosi (come frane, alluvioni, incendi ecc.). Per tali motivi, in questo giorno sono favorite tutte le iniziative che mirano ad approfondire le conoscenze sugli alberi e gli ecosistemi boschivi e prevedono la messa a dimora di piante nei giardini delle scuole e in altre aree pubbliche e private. La legge sopra citata fa riferimento anche alla tutela ed alla salvaguardia degli alberi monumentali (alberi di notevoli dimensioni o alberi che, indipendentemente da queste, sono apprezzabili perché legati ad eventi importanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali) che fin dall’antichità hanno stimolato la curiosità degli uomini e che nel territorio del Parco sono presenti con oltre 800 esemplari.

Perché una “Geofesta degli Alberi”

Il Parco Nazionale della Majella, candidato a diventare Geoparco Mondiale UNESCO e da sempre attento ed impegnato a sensibilizzare su queste tematiche, dal 2014 celebra la Giornata Nazionale degli Alberi con attività di educazione ambientale rivolte primariamente alle scuole su alberi e boschi, con accenni anche agli alberi monumentali, agli incendi e ai cambiamenti climatici in atto. Lo scorso anno il Parco ha istituito una “Geofesta degli Alberi” perché, attraverso un approccio olistico, intende far comprendere a bambini e ragazzi le complesse relazioni ecosistemiche fra le componenti abiotiche (suolo, acqua, aria) e quelle biotiche (vegetazione e animali) di un bosco o di una foresta, o di qualunque altro habitat, nonché le interrelazioni con i cambiamenti climatici e gli effetti positivi delle piante non solo sul clima ma anche in fatto di difesa dalle frane. Quest’anno l’Ente Parco, non potendo svolgere a causa dell’emergenza COVID-19 alcuna attività in presenza, neanche all’aperto, invita a partecipare alla seconda edizione della Geofesta sensibilizzando sull’argomento attraverso vari canali e fornendo alle scuole piante da mettere a dimora a primavera in aree verdi dei plessi scolastici (giardini, cortili e terrazzi) e/o in altre zone dei comuni di appartenenza. Questi alberi e arbusti, provenienti dai vivai dei giardini botanici dell’Ente, saranno donati alle scuole che ne faranno richiesta entro la fine di gennaio prossimo.

Perché scegliere l’autoctono

Fin dalla sua istituzione il Parco punta a favorire la diffusione delle specie autoctone (piante spontanee che sono diffuse naturalmente in un determinato territorio) rispetto a quelle esotiche (piante coltivate o introdotte accidentalmente che si possono spontaneizzare o diventare invasive). Questo è possibile anche grazie alla raccolta dei semi delle autoctone effettuata periodicamente dai tecnici dell’Ente ed alla loro successiva riproduzione nei vivai dei giardini botanici. Le specie riprodotte vengono utilizzate per programmi di reintroduzione, rinforzo di popolazioni esigue e rinaturalizzazione, nonché per incentivare la diffusione di piante autoctone nell’arredo del verde. Il Parco, aspirante Geoparco, consiglia di preferire sempre le specie autoctone alle esotiche perché:

- sono perfettamente adattate all’ambiente;

- sono più resistenti (ad es. ad alcune malattie) e non hanno bisogno di cure costanti;

- permettono di salvaguardare la biodiversità (animale e vegetale) del territorio in cui crescono.

Inoltre, in tutto il mondo, la diffusione delle specie esotiche invasive è una delle principali cause di perdita della biodiversità in quanto, diffondendosi molto rapidamente anche in ambienti naturali, mettono a rischio la sopravvivenza delle autoctone. Anche l'obiettivo n. 15 “La Vita sulla Terra” dell’Agenda 2030 (Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’ONU) dedicato alla lotta alla deforestazione, al degrado del suolo, alla desertificazione e alla protezione della biodiversità, prevede il raggiungimento del seguente traguardo: “Entro il 2020, introdurre misure per prevenire l’introduzione di specie diverse ed invasive nonché ridurre in maniera sostanziale il loro impatto sugli ecosistemi terrestri e acquatici...”.

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