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Lapadula: da Teramo e Pescara fino alla Nazionale peruviana

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L’attaccante attualmente in forza al Benevento, diventato grande in Abruzzo prima al Teramo e poi al Pescara, ha disputato la sua prima gara con la maglia della nazionale maggiore del Perù. Ripercorriamo le tappe che hanno portato il ragazzo con madre peruviana a questo traguardo così importante. 

Un’accoglienza da autentico idolo con annessa benedizione dello sciamano

L’anno 2020 per Gianluca Lapadula è sicuramente già da incorniciare. Lo è e lo sarà a prescindere da tutto perché l’accoglienza che gli è stata riservata in Perù in occasione della sua prima convocazione con la nazionale sudamericana è stata da brividi. Anche sul profilo twitter ufficiale della Nazionale si può vedere un Lapadula sorridente e al contempo concentrato in allenamento, ma ciò che è accaduto a Lima il 10 novembre quando il calciatore è arrivato ha dell’incredibile. L’attaccante ora al Benevento, squadra con cui lotterà per non retrocedere come ci confermano anche le quote delle scommesse sportive, con Betfair che vede i campani secondi solo al Crotone nelle possibilità di retrocessione, è stato ricevuto come un idolo nella capitale peruviana e per concludere la sua accoglienza ha ricevuto una benedizione da uno sciamano locale. Il famoso sciamano peruviano, come riporta anche AP Noticias, ha “offerto” il calciatore italo-peruviano alla “pachamama”, Madre Terra in lingua quechua, alle divinità e agli spiriti delle montagne. Questo per Lapadula non è sicuramente stato soltanto un momento di folklore, ma di completa unione con una parte delle proprie radici e anche l’acquisizione di avere una responsabilità da oggi in avanti. L’esordio di Lapadula non è stato dei migliori, il suo Perù ha perso 2-0 contro il Cile, per cui ha siglato una doppietta lo juventino Arturo Vidal, ma siamo sicuri che per la Coppa America 2021 la squadra allenata da Ricardo Gareca si farà trovare pronta. 

Gli inizi in Piemonte, poi un lungo girovagare, finanche in Slovenia

All’età di 30 anni e dopo essersi inseguiti vicendevolmente, il Perù e Lapadula si sono finalmente “abbracciati”e il ragazzo nato a Torino e che in poco meno di 10 anni ha girato mezza Italia ha coronato il suo sogno. Eh sì, perché l’ascesa al calcio che conta per Lapadula è stata abbastanza lenta se consideriamo che solo fino a cinque stagioni fa militava in Serie B. Nato a Torino nel 1990 da padre pugliese e madre peruviana, inizia a giocare a calcio nelle giovanili della Juventus, dove dapprima ricopre il ruolo di portiere e successivamente di centrocampista. Lasciata la società bianconera a 14 anni, gioca in diverse squadre del Piemonte fra cui Pro Vercelli e Ivrea, per poi approdare al Parma nel 2009 che lo gira in prestito al Ravenna, ma è a San Marino che inizia a segnare i primi goal. A 22 anni sigla 24 reti in 35 presenze vincendo la classifica marcatori di Lega Pro Seconda Divisione e contribuendo attivamente alla promozione della squadra in Prima Divisione. In seguito a un infortunio che ne pregiudica quasi due stagioni a Cesena e a Frosinone, il Parma lo cede ancora una volta in prestito, ma questa volta al Gorica, in Slovenia. Qui Gianluca Lapadula vince la Coppa nazionale e segna 13 goal in 31 partite con il club di Nova Gorica, formando una coppia d’attacco di tutto rispetto con Massimo Coda supportata da Boniperti, nipote del grande Giampiero, e il cui estremo difensore era l’attuale portiere del Crotone Alex Cordaz. 

In Abruzzo conquista maturità e consapevolezza

Talvolta le carriere fanno dei giri strani per poi spiccare il volo dove meno te lo aspetti. Tanto girovagare per questo centravanti dal sinistro potente e lo scatto esplosivo, tanta gavetta e anche abbastanza goal. Le esperienze più positive finora sono state sicuramente San Marino e il Gorica e a 23 anni sono 35 le reti in 106 partite, che giocando poco o nulla non è male: una media di un goal ogni tre partite. Ma è in terra abruzzese che Lapadula troverà tre cose fondamentali: i goal, il matrimonio e la serenità. I goal: Gianluca Lapadula mette a segno in terra abruzzese ben 51 reti in 82 partite, di cui 21 a Teramo e 30 a Pescara. Il matrimonio: l’amore lo aveva trovato già a Torino ed è stato così forte da reggere tutti i chilometri che li separavano, finché a Teramo il calciatore non ha optato per una soluzione insolita per fare la fatidica domanda ad Alessia. Il nove maggio 2015, prima del match, Lapadula prese il microfono in mano e chiese ufficialmente alla sua ragazza di sposarlo, aprendo un cofanetto contenente l’anello. La serenità: questa gli è arrivata grazie al calore della gente che lo ha sempre sostenuto, sia a Teramo che a Pescara e anche grazie ai due allenatori che si è ritrovato, Oddo e Vivarini. Dall’Abruzzo la carriera dell’italo-peruviano non si ferma più e arriva la chiamata del Milan, con cui metterà a segno otto reti in 27 presenze, poi passerà al Genoa, con sette realizzazioni in 36 apparizioni in Liguria. Le ultime due squadre per Lapadula sono state giallorosse: il Lecce nella stagione 2019-2020, che nonostante gli 11 goal non è riuscito a salvare dalla retrocessione, e il Benevento, con cui ha una storia ancora da scrivere. 

Ora il futuro di Lapadula è pieno di sfide. Quella fino a maggio sarà con la maglia del Benevento, con cui lo attende un campionato di Serie A estremamente impegnativo e caratterizzato da una lotta per la salvezza che potrebbe includere anche squadre più blasonate come il Genoa. L’altra sfida è quella che riguarda la prossima Coppa America, dove il Perù è inserito nel gruppo A, con Brasile e Colombia. 

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