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Lesa maestà? L’intervento di Angelo Di Pierro sulla paternità del brodetto di pesce

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Un ragazzo, bravo in cucina, talmente bravo che, pur giovane, conquista una stella della guida Michelin, prende un piatto noto praticamente in tutte le località di mare (il brodetto di pesce), dove è denominato in modo diverso, secondo le tradizioni del luogo. Apporta a questo piatto delle varianti, rispetto a come lo abbiamo conosciuto e apprezzato tutti (lo sfiletta, ripassa il brodetto al colino, ecc.). Lo chiama "brodetto di S. Salvo". Apriti cielo!!! Cominciano a piovere polemiche velenose sullo "scippo", sulla "appropriazione indebita", e così via. Diciamocela tutta.
L'esclusiva sulla denominazione "brodetto" non ce l'ha Vasto, non ce l'ha Termoli, non ce l'ha Pescara, non ce l'ha S. Benedetto del T., non ce l'ha Livorno, né Mazara del Vallo. Vasto ha aggiunto alla denominazione "brodetto" la specifica di "alla vastese". Tutto qui. Nicola Fossaceca ha aggiunto (ad un diverso modo di prepararlo e di servirlo) la dizione "di S. Salvo". E allora? Dov'è lo scandalo, il plagio, l'appropriazione indebita? 
Semplicemente non esiste!!!
La "colpa" di Nicola Fossaceca è di essere arrivato prima su un palcoscenico nazionale. Tutto qui.
Sfugge ai nostri carissimi amici vastesi (io amo Vasto almeno quanto S. Salvo, avendoci lavorato per 30 anni e per aver conosciuto centinaia di bravissime persone), che questa ribalta conquistata da Nicola Fossaceca, farà bene anche a Vasto. Gli farà bene perché conferisce nuova linfa, nuova veste ad un abito meraviglioso, che rischiava di diventare stantio, scontato, ripetitivo:
IL BRODETTO ALLA VASTESE.

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