A distanza di diciotto anni circola voce che l’amministrazione comunale di San Salvo ha deciso di chiudere la “Casa famiglia”.
Questa notizia era nell’aria da tempo, ora il colpo di grazia è arrivato a causa delle condizioni precarie in cui versa la struttura, dicono addirittura che vi siano problemi di staticità dei locali dovute a carenze manutentive.
Con questa decisione continua la spoliazione dei servizi sociali nella nostra città e potrei fare un lungo elenco.
Chiudere la casa famiglia significa eliminare un servizio a tutela dei minori che vivono condizioni di disagio nelle famiglie di origine e che lo Stato attraverso i suoi organi sostiene attraverso un percorso educativo e di reinserimento.
Ci diranno che sono ragazzi non residenti nella nostra città, è vero, ma a costoro dico che gli orizzonti dei cittadini Sansalvesi non finiscono ai nostri confini comunali, ma vanno ben oltre.
Inoltre, vorrei ricordare che durante la mia gestione da Sindaco, il Comune non ha mai speso soldi per la sua gestione, si è sempre autofinanziata con le rette pagate dai vari Enti.
Infine, con questa decisione vengono meno otto posti di lavoro tra educatori ed inservienti, in gran parte donne.
L’augurio è che il Sindaco è l’attuale amministrazione comunale possano recedere da questa decisione che andrebbe a rendere ancora più povera la nostra città.
Nei momenti di crisi come questa che stiamo vivendo, gli strumenti e le strutture di protezione sociale vanno ampliate e non chiuse.
San Salvo, 2 dicembre 2020
Gabriele Marchese