Un contratto che non prevede infortunio e malattia né il riconoscimento di lavoro usurante, dove il lavoro notturno e nelle festività come Natale e Capodanno è retribuito come giorno feriale, dove non c'è riconoscimento dei premi di produttività , non ci sono tredicesima né assegni familiari. E' quello dei medici convenzionati di emergenza sanitaria territoriale (118) della Regione Abruzzo che hanno scritto ai presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) delle province di Teramo, L'Aquila, Pescara e Chieti per chiedere il riconoscimento di pari diritti, permettendo "la transizione verso una nuova e più equa condizione di Dipendenti Asl".
Equiparati a liberi professionisti che lavorano a prestazione, lamentano una situazione "che ci fa vivere un profondo senso di ingiustizia esacerbato in modo evidente dall'attuale pandemia".
L'attuale contratto (Acn), sostengono i medici, appare "decontestualizzato rispetto ai compiti e agli accresciuti bisogni di un soccorso territoriale che chiede sempre più interventi qualificati. Un soccorso profondamente mutato che ha visto una sempre maggiore integrazione con l'ospedale. Ne è un esempio il trasporto dei pazienti con patologie tempo dipendente verso l'ospedale più adatto (Hub) e non quello più vicino (Spoke), e non solo da territorio a ospedale, ma anche da ospedale a ospedale".
La condizione di "medici convenzionati ci ingabbia dentro il livello basico di Medico Soccorritore, precludendo nostre legittime istanze di avanzamento di carriera e ulteriore integrazione nel Dea, presso cui siamo certi di poter esprimere pienamente la nostra utilità . Queste opportunità sono al contrario concesse al medico Dipendente". La richiesta è "di un segnale forte che fughi ogni dubbio sulla posizione del nostro ordine riguardo ai percorsi presenti o futuri da seguire per realizzare la nostra aspirazione circa la dirigenza medica, attraverso il transito alla dipendenza nella rete del Dea".
Anche per questo la lettera, per conoscenza, è stata inviata al presidente della Regione, Marco Marsilio, e all'assessore alla Salute, Nicoletta Verì.