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Riflessioni circa il destino del PIL italiano

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Sfogliando Facebook mi è capitato di incontrare un grafico postato da Nicola Dario 4 giorni fa.

Il grafico illustrava le previsioni di PIL per gli anni 2020 e 2021 per i maggiori paesi mondiali.

Mi sono soffermato sulle previsioni riguardanti l'Italia ed ho fatto una spiacevole scoperta.

Il grafico prevede per l’Italia un -10,6% del PIL nel 2020, che, data l'esperienza del passato, potrebbe risultare anche un -11,6% o più nella realtà e per il 2021 un + 5,2% che potrebbe risultare anche un solo + 4% o ancora meno in realtà.

Ciò, In soldoni, significa che i circa 1800 mld di PIL pre-covid, nel 2020 saranno ridotti a circa 1590/1600 mld e che nel 2021 saranno 1590/1600 + circa 65/70 mld di crescita così si arriverebbe a circa 1670 mld di PIL.

Sommando il PIL 2020 e 2021 si avrebbe circa 3270 mld, comunque inferiore di circa 330 mld rispetto a 2 annate di PIL pre-covid.

Tenuto conto che il PIL pre-covid (già fermo in realtà da molti anni) non permetteva all'Italia di fare investimenti, anzi le norme economiche europee (allentate per il momento) costringevano l'Italia a fare tagli alla spesa pubblica e svendite di beni pubblici, senza, peraltro, riuscire a ridurre il debito nazionale di un solo centesimo, anzi avendone una crescita annuale di molti miliardi.

Perciò nonostante i 120 mld di scostamento di bilancio (debito) già fatto nel 2020, nonostante i 209 mld di debito che, forse!?  avremo in toto o in parte dall'Europa ed ammesso che la metà fosse erogata e spesa entro il 2021, (cosa certamente impossibile) l'Italia sarà ancora sotto di 100/110 mld di reddito  rispetto a 2 annate di PIL pre-covid, quindi le condizioni economiche 2021, 2022, 2023, 202..... , saranno peggio di quella avuta nel 2019 ed anche se il governo e la vulgata mainstream li presentano come gli anni del bengodi con i fondi europei, saranno in realtà anni molto gravi e pesanti per gli italiani.

Per di più si sa con certezza che la BCE smetterà di comprare il debito pubblico italiano entro la fine del 2021. Così anche se tutto andrà per il meglio, per l'economia italiana sarà un sicuro disastro.

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