LAVORO, politica, famiglia e natalità , sono questi i quattro cardini, le priorità indicate dai Vescovi abruzzesi e molisani riuniti, nei giorni scorsi, in assemblea per affrontare l'emergenza sociale rappresentata dalla dilagante crisi economica.
I componenti della Ceam, la Conferenza episcopale di Abruzzo e Molise, hanno approfondito l'analisi sull'attuale situazione in ambito lavorativo che si registra nelle due regioni. La crisi economica sta mettendo a dura prova il comparto industriale, in particolare nella zona del Vastese e della Val di Sangro. Sono centinaia gli operai colpiti, ormai da settimane, dalla cassa integrazione. Licenziamenti in vista, mancate assunzioni, e famiglie in difficoltà . A tutto ciò si aggiunge, in Abruzzo, la delicata fase politica, dopo le ben note vicende giudiziarie che si sono abbattute, come una scure, sulla precedente maggioranza in Regione e più recentemente sul sindaco di Pescara. Una situazione lavorativa precaria che, associata ad un malessere diffuso e ad un senso di sfiducia nei confronti della politica, può davvero innescare allarme sociale. Di fronte a questi nuovi scenari che coinvolgono migliaia di famiglie, i Vescovi non restano a guardare. Nel corso della riunione straordinaria della Ceam, nei giorni scorsi, i titolari delle diocesi abruzzesi e molisane hanno analizzato nei dettagli la situazione. Dopo questa prima fase di analisi, la Ceam produrrà un documento, un intervento deciso sulle varie tematiche in oggetto. C'è attesa per quella che sarà , secondo le indiscrezioni, una presa di posizione decisa sulla situazione politica in Abruzzo. Una posizione non politica, ovviamente, ma sulla politica, a tutela del 'bene comune'. E per far fronte alle necessità delle famiglie in difficoltà , strette dalla crisi e dalla precarietà lavorativa, la Ceam ha lasciato intendere che aprirà ad operazioni di micro-credito, una sorta di fondo di solidarietà per aiutare i lavoratori.
Insomma, la Chiesa in trincea, come sempre, accanto alle famiglie, anche 'contro' la politica, se serve, almeno contro un certo modo di intendere e di fare politica.
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